Beer & beer

Ho assolutamente bisogno di distrarmi, questa situazione di merda mi sta stressando troppo per i miei gusti. Lucas ha scoperto che ho tirato un pugno ad Alec e mi ha fatto rapporto, perché a parer suo è inconcepibile picchiare un civile, per quanto sia più alto di trenta centimetri più alto, due volte più grosso e con l'egocentrismo alle stelle. Alla fine mica gliel'ho rotto il naso, ma se avessi saputo che le conseguenze sarebbero state queste mi sarei sforzata di meno e il naso glielo avrei direttamente staccato, tanto valeva...
Mia madre, nonché il mio attuale superiore, è piombata qui questo pomeriggio e mi ha guardata come se avessi ucciso un innocente, mi ha quasi tolto l'incarico, e tutto per colpa di quella testa di cazzo.
Devo affogare i miei dispiaceri nell'alcol, e per una volta me ne frego beatamente di cosa è giusto e cosa è sbagliato, sono tutti a dirmi che fare l'agente a 18 anni comporta grandi pressioni e poi nessuno fa nulla per aiutarmi a farla sparire tutta questa pressione.
Sbuffo e cammino diretta al Pub di cui ho sentito parlare da qualche studente, un pochino a disagio con i vestiti che ho addosso.
Mostro la carta d'identità al tipo all'entrata e gli sorrido quando si sposta per lasciarmi entrare, un po' incerto sulla mia età, ma in fondo non è la prima volta che mi succede, anche se quattro giorni fa ho compiuto 19 anni (e nessuno mi ha fatto gli auguri) continuerò a dimostrare a malapena 16 anni.
Sospiro e mi siedo al bancone ordinando una pinta di birra. Tanti auguri a me.

Altra serata monotona passata a bere in un pub. E' una cosa un po' triste andarci sempre da soli, ma ho capito che andare in gruppo mi porta solo problemi. Già la mia situazione è abbastanza critica, e un gruppo di ragazzini ubriachi e pronti a fare a pugni, la peggiorerebbero inutilmente anche perchè devo tenermi lontano da eventuali guai, se voglio uscire da qui.
Ne avrò ancora per molto tempo, ma prima o poi uscirò da questo inferno. Non è così male come posto, è accogliente, ma le compagnie non sono delle migliori. Pochi ragazzi che vogliono divertirsi, tutti che seguono le lezioni, studiano, si allenano. Ognuno ha un obbiettivo, io invece no.
Non ho nulla da fare, il che rende la mia permanenza qui incredibilmente noiosa.
Entro, salutando i baristi presenti: Li conosco tutti e loro conoscono me, quindi non serve neanche che gli mostri un documento. Prendo posto accanto ad una ragazza dai capelli color cioccolata, senza neanche guardarla: Sarà una di quelle classiche trentenni disperate in cerca di qualcuno con cui trascorrere la serata.
E' raro vedere le ragazze qui: O sono tutte dei bassifondi, interessate solo a sballarsi un po', o sono quasi sempre in compagnia, o del loro ragazzo o di qualche amica.
«Il solito» annuncio quindi appoggiandomi una mano sulla fronte per la stanchezza. I turni al pub sono decisamente complicati da rispettare e il sonno gioca a mio sfavore.

Ho quasi finito il boccale di birra e immagino di non avere un aspetto bellissimo, ma tanto mica sono qui per rimorchiare. Spero solo che l'alcol faccia velocemente effetto e che io possa non pensare alla mia terribile vita di merda almeno per stasera. Finisco finalmente di bere e noto lo sguardo preoccupato del barista ma decido di ignorarlo beatamente e gli faccio cenno di portarmene un altro, anche se sento già la pancia già piena, ma non mi importa granché, magari scoppio e posso andarmene da qui.
Cioè, durante la mia permanenza qui non ho ancora cavato un ragno dal buco, nessun indizio sull'incendio, nessun sospetto, nulla. E non penso di avere tutta l'eternità per indagare, e soprattutto dovrei anche iniziare ad allenarmi per non dare nell'occhio.
«Il solito» sento una voce maschile accanto a me, mi sembra di riconoscerla ma dato il bacano e l'alcol non ci giurerei. Giro leggermente il mio viso e vedo l'ultima persona di questo mondo che vorrei avere accanto a me durante una bevuta: Alec, la causa maggiore dei miei problemi.
«Oh, ma dai! Qualcuno mi vuole male, non è possibile» esclamo e sebbene io sia convinta di averlo detto a voce bassa dubito che sia effettivamente così dato che più di qualche persona di volta verso di me.
Abbasso in capo nella speranza di non essere riconosciuta e continuo a bere la mia seconda birra.
*Che sfiga di merda, però!*

«Oh, ma dai! Qualcuno mi vuole male, non è possibile» Una voce fastidiosa, stridula e per mia sfortuna a me nota mi fa sobbalzare, facendomi rischiare una morte per soffocamento. Tossisco, appoggiando il bicchiere ancora pieno sul bancone. Per lo spavento per poco non ci rimanevo secco.
«Oh Cristo» commento seccato portando nuovamente il bicchiere alle labbra, cercando di alleviare quella fastidiosa sensazione di bruciore alla gola. Il sapore forte del whiskey mi porta immediatamente a rilassarmi e dopo un paio di sorsi la tosse è svanita e la mia gola è tornata come nuova.
«Senti, ho terminato da poco il mio turno qui al pub, ho passato l'ultima ora con un branco di decerebrati, ho sonno e ho fame. Sono qui semplicemente per rilassarmi un po', quindi, chiudi quella graziosissima boccuccia che ti ritrovi perchè non ho intenzione di passare la serata a discutere. Ricapitolando: Tu non infastidire me e io farò lo stesso con te.»
O ti faccio buttare fuori. Uno dei vantaggi di lavorare al pube di conoscere tutti i baristi era proprio questo: Mi stavi sui nervi e mi scocciavi? Perfetto, quella era la porta e l'avresti attraversata in breve tempo.
Con un sonoro sbuffo prendo il bicchiere tra le mani, scrollando leggermente le spalle. Con la mano destra sistemo il colletto della mia giacca in pelle: Era estate eppure di sera dovevi girare con una felpa o almeno un giubbino. Mi mancavano gli Stati Uniti, decisamente.