I give up

La fase grooming è andata tutto sommato per il verso giusto. Non ho avuto grossi problemi, tranne nel pulirgli gli zoccoli, anche se alla fine - dopo aver perso quasi mezz'ora - sono riuscita a pulirli tutti. Credevo veramente di non uscire viva dai Box Deluxe a causa dei nitriti assordanti, dei calci e delle impennate che il morello tirava. E' un cavallo incredibilmente bello, ma non credevo che caratterialmente fosse così complicato.
Il tragitto fino al campo coperto di salto ostacoli è stato anch'esso, decisamente tranquillo. Tralasciando qualche alzata di testa, forse per via della mia mano troppo salda, si è comportato bene, e questo mi fa sperare nel meglio. Un allenamento tranquillo è tutto ciò che ci vuole.
Arrivata al campo sono costretta a scendere per aprire il cancello. E' deserto, il che mi fa tirare un sospiro di sollievo. Non ho la più pallida idea di come si possa comportare il mio stalloncino a contatto con altri cavalli.
Richiudo il cancello con non poca fatica - data la grandezza e anche la lunghezza del cavallo - e mi dirigo verso il centro. Controllo il sottopancia e lo stringo, accertandomi che tutto sia al suo posto. Passo a rassegna la testiera e controllo ogni singolo passante, per poi decidermi a salire: Le redini nella mano destra e il piede nella staffa. «Cavolo!» Esclamo per la seconda volta della giornata. Le staffe corte, per via della mia altezza sono troppo in alto a causa dell'altezza dello stallone quindi per salire devo per forza allungarle e accorciarle una volta in sella.
Salita a cavallo, faccio attenzione a non avere una presa troppo ferrea per evitare alzate di teste e accorcio la staffa. Inserisco gli stivali nelle staffe e con una leggera pressione sul costato spingo il cavallo al passo, incitandolo a passeggiare sul bordo del campo.

«Scusami, possiamo entrare? Non staremo molto voglio solo fargli conoscere il campo. » Una voce attira la mia attenzione e anche quella del morello che inchioda sul posto e alza il capo per capire da dove provenga quella voce. Un ragazzo in compagnia di un cavallo grigio chiaro attende le mie istruzioni. No è il mio primo pensiero. A giudicare da come il cavallo ha inchiodato sul posto non sembra contento di ricevere compagnia e soprattutto non conoscendolo non so come potrebbe reagire. Ma è anche vero che non sono nessuno per vietarglielo e la sua domanda sono certa sia solo di cortesia.
«Sì, certo» Annuisco quindi, riprendendo il passo tenendomi sul bordo del campo. Accorcio inevitabilmente le redini: Voglio avere pieno controllo su Apoplanaos. Aumento anche l'andatura giusto per svegliarlo un po'. Un passo con un po' più di ritmo è l'ideale
«Non so come si potrebbe comportare. Tieniti a distanza.» Annuncio quindi, invitandolo gentilmente a non avvicinarsi. Il morello non toglie gli occhi di dosso dal binomio e la cosa mi preoccupa.
Inizio a fare qualche semplice allungamento sulla sella, per riscaldarmi: Mi piego fino a toccare le orecchie e l'attaccatura della coda del cavallo, poi la punta dei miei stivali, alternando entrambe le braccia. Dopo averlo fatto un paio di volte mi metto in circolo, sempre al passo, per poi tornare al lato del campo.

Appena il cavallo entra impenna, strattonando il ragazzo che però riesce a non farsi scappare la presa. Menomale, penso istintivamente stringendo le dita più forte attorno alle redini. L'ansia che mi provoca questa situazione è davvero tanta e il pensiero che uno dei due - ma anche i cavalli - possano farsi male continua ad infastidirmi. «Scusalo, lui è nuovo di qui. Comunque piacere, sono Jensen.» Sorrido appena, tornando ad avere una posizione consona in sella, per poi presentarmi.
«Sono Willow, piacere mio!» Esclamo sorridendo, cercando di essere più amichevole possibile. Stringo appena le gambe e il morello sotto di me parte al trotto, un trotto decisamente troppo veloce, rispetto al lavoro che ho in mente di fare. Tiro appena le redini per frenarlo e raggiungere l'andatura che voglio ma Apoplanaos sbuffa, nitrendo infastidito e alzando violentemente la testa. Stringo le redini, cercando però di non utilizzare troppo il morso per evitare di infastidirlo. Porto le spalle ancora più indietro e abbasso ancora di più i talloni per avere un controllo maggiore sullo stallone che sembra intenzionato a fare di tutto tranne che a rallentare. Alla fine, dopo aver litigato per un paio di minuti abbondanti, sfrutto la curva per entrare bene in angolo e frenarlo, tornando ad un trotto di lavoro più che ottimale. Per ora mi interessa conoscere le sue andature, come si comporta in campo e, date le circostanze, come si comporta con altri cavalli.