Leave me alone!

-Non mi toccare!- urlo contro l'agente che cerca di tenermi fermi i polsi per mettermi le manette mentre io mi divincolo non potendo nulla contro i suoi due metri, sia in altezza che in larghezza.
Due ore di volo fino ad Amsterdam, due ore di attesa in aeroporto e un'altra ora di aereo più un'altra ora di auto. I miei polsi fra poco inizieranno a sanguinare e io sono sull'orlo di una crisi di nervi perché lo zuccone incaricato di portarmi a quella cazzo di scuola di equitazione, per principianti, non vuole togliermele per paura che scappi. Ma dove cazzo pensa che io possa scappare? Siamo in mezzo al nulla.
Va bene essere cresciuta in un ranch ma l'Irlanda fa davvero schifo. E forse è pure un eufemismo.
Quando Yvonne mi ha detto che aveva intenzione di andare in Irlanda le ho promesso che l'avrei raggiunta ma non era certo mia intenzione essere accusata di tentato omicidio, Dominic non doveva nemmeno essere nella stalla e ora è in coma. Non me lo perdonerò mai, mai. Ma questo non c'è bisogno di dirlo a nessuno...
Quando sento il rumore della ghiaia sotto le ruote dell'auto mi illumino perché ciò significa che mi toglieranno le manette e finalmente potrò stare libera.
-Scendi- mi intima l'omone, senza la minima delicatezza, aprendomi la portiera. Senza farmelo ripeter due volte scendo e mi guardo intorno, quasi felice di essere arrivata. Quasi, eh.
Con poca gentilezze l'uomo mi strattona per i polsi e mi leva le manette, facendo spazio a segni violacei e qualche taglietto. Prendo il mio zaino, velocemente e lo guardo con astio -Ma con così tanti criminali qua dentro non avete paura che possiamo radere al suolo la scuola?- chiedo in tono provocatorio, sorridendo schifata mentre lui impallidisce e se ne va senza dire nulla.
E ora che faccio?