Animal

21/11/2016 - sera [conclusa]

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  1. Fuoco e Sangue
     
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    :leah:
    Quando mi sono svegliata questa mattina ero coccolata dalle coperte nel mio accogliente e confortevole letto nel mio amato appartamento a New York. Una volta aperti gli occhi non ho avuto alcun problema ad alzarmi data l'eccitazione del momento: il solo pensiero di Ballynamire mi ha dato l'energia necessaria per sfuggire dal mio invitante piumone. Mamma ha cercato di comportarsi come se quello di oggi fosse stato un giorno normale, uguale a tutti gli altri: la mia mela rossa era sul tavolo ad aspettarmi e lei preparava la colazione per mio padre e mia sorella, i dormiglioni della famiglia.
    Sono nel taxi diretta verso il college ma ripensare alla mattina mi fa riflettere più seriamente su quanto le mie abitudini verrano stravolte, fino ad oggi ero stata così presa dalla frenesia dell'organizzazione del viaggio che non mi sono fermata nemmeno un momento a pensare a quanto la mia vita sarebbe cambiata. Non avevo del tutto realizzato cosa sarebbe significato vivere in un posto completamente diverso da dove si è cresciuti e andare avanti senza la famiglia e gli amici.
    Dio quanto mi mancheranno i miei amici!
    Il solo pensiero mi fa venir voglia di pagare il taxi per riportarmi all'aeroporto, sono sempre stata una persona socievole, un po' troppo festaiola mi è stato detto, ma in contesto così nuovo ed estraneo come questo non so come reagirò...
    Eppure, quello che sto vivendo è il mio sogno, non ho alcun motivo di rattristarmi, arriverò al college, studierò, mi farò tanti amici e porterò avanti la passione per l'equitazione!
    Un po' rincuorata fisso lo sguardo fuori dal finestrino per godermi il panorama seppur buio della campagna irlandese.
    Passati venti minuti circa il conducente del taxi mi fa cenno per avvisarmi che siamo arrivati, mi lascia proprio davanti al cancello con la mia valigia da tre tonnellate.
    Gli rivolgo un sorriso e gli lasciò una mancia cospicua, deve essere stato stancante per lui guidare tutto questo tempo.
    Il momento è giunto, piena di speranze passo attraverso il cancello e mi ritrovo in un grande piazzale rotondo ben illuminato dai tanti lampioni. Il freddo mi ha investito nel momento in cui sono scesa dall'abitacolo, mi stringo nel mio cappotto e mi maledico mentalmente per non avere indossato un paio di pantaloni piuttosto che questo dannato vestito.
    Certo potevo intuire che in Irlanda ci sarebbe stato più freddo!
    Non faccio nemmeno in tempo a rimproverarmi mentalmente che mi rendo conto di non avere idea di dove andare. Faccio un piccolo sospiro.
    Mi inventerò qualcosa...


    Non sapevo che titolo mettere alla discussione, sono entrata in crisi e perciò ho messo quello della prima canzone che mi è venuta in mente ahah.
     
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    Con l'arrivo del freddo le mie passeggiate e corrette notturne sono diminuite notevolmente, essendo uno che si becca i raffreddori con un niente non mi sembrava il caso di rischiare ogni sera, quando fuori ci sono si e no cinque gradi. Ma oggi non riuscivo proprio a stare in camera per un altro secondo. Appena sveglio sono balzato giù dal letto ed uscito a fare un giro in città, girando per i negozi fino a mezzogiorno, quando sono tornato per mangiare qualcosa. Ed il pomeriggio? Ho portato Riven II al paddock, non tirandolo fuori dal box da un paio di giorni se non avesse scaricato le sue enegie la prossima volta si sarebbe vendicato ancora prima che io riuscissi a salire in sella. E non avendo ancora sonno una volta tornato agli alloggi ho deciso di fare un altro giro, questa volta portandomi dietro la fotocamera. Gli ultimi scatti che ho fatto risalgono ad una settimana fa, il compleanno di Nathan. Ne abbiamo fatte di cose a Cork quel weekend, ci siamo divertiti un mondo. Sono principalmente foto sue, ma ogni tanto ne spunta pure qualcuna mia che mi ha scattato di nascosto.
    Accendo la mia sigaretta, cacciando fuori la prima boccata di fumo pochi secondi dopo, camminando verso gli alloggi. Eccoli ancora una volta, i fanali di una macchina fermarsi al cancello e poi sparire nel buio così come è arrivata, in silenzio. Una ragazza si è nel piazzale, avvolta in un semplice vestito ed un cappotto, persa come tutti i ragazzi che arrivano, senza la minima idea di dove andare.
    Decido di avvicinarmi a lei, cinque minuti in più non fanno male a nessuno, non so se mi abbia già visto oppure no, ma dopo qualche passo nella sua direzione penso si sia accorta della mia presenza. Il solito Serve una mano? esce dalle mie labbra, mentre tengo la sigaretta tra le dita e mi fermo a qualche passo da lei.
     
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  3. Fuoco e Sangue
     
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    :leah:
    Il freddo è molto intenso e il mio semplice cappotto adatto al clima di di New York nulla può fare contro il gelo irlandese. Significa che dovrò rifare il mio guardaroba e non posso che essere contenta di ciò: mi sono sempre divertita a reinventare il mio stile o quello dei miei amici. Con le note di Animal nelle mie cuffie mi dirigo verso il centro del piazzale cercando di trascinare alla meglio la mia enorme valigia. Dopo essermi avvicinata, con fatica, alle entrate degli edifici, controllo velocemente i miei anelli, una piccola mania che compio circa venti volte al giorno dato che ho il terrore continuo di perderli.
    Do uno sguardo al cellulare: cinque chiamate perse da mia madre, una da mia sorella è una quantità spropositata di messaggi da amici e familiari, probabilmente per augurarmi un buon viaggio, non ho la forza nè fisica nè mentale in questo momento di rispondere a tutti perciò ricaccio il cellulare in tasca, ripromettendomi di richiamare almeno la mamma quando sarò in camera.
    Mi guardo intorno cercando di intuire in quale edificio dovrei entrare, ma la mia mente è vuota.
    Stavo per rassegnarmi all'idea di sfruttare l'antico metodo di scelta "a casaccio" quando una calda voce maschile attira la mia attenzione.
    Serve una mano?
    Mi volto verso il ragazzo, la prima cosa di cui mi rendo conto è quanto sia alto alto (almeno messo in confronto a me), inoltre sta fumando una sigaretta, si nota subito dato il buio che ci circonda.
    Sono contenta di aver incontrato qualcuno, non me l'aspettavo data la tarda ora.
    Si nota che sono spaesata eh!
    Dico ridacchiando e rivolgendogli un sorriso.
    Potresti indicarmi la via per la segreteria? Sono arrivata ora.
    Aggiungo poi facendo indicando la valigia con un leggero cenno del capo che non so nemmeno se abbia percepito dato che con questo buio penso che della mia faccia si possa intuire solo la luce riflessa dai miei piercing.
     
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    Non sono mai stato uno che dipende dal fumo, uno talmente abituato a reggere la sigaretta tra le labbra da non poter farne a meno neanche per un giorno... certo, c'è chi mi incontra sempre con una sigaretta accesa tra le dita e potrei dare quell'impressione a quella persona, ma chi mi vede ogni giorno sa che non è così. Fumo quando sono annoiato, o quando ho bisogno di prendermi un po' di tempo per pensare e schiarirmi le idee.
    Con un leggero sbuffo butto fuori ancora una volta il fumo, aspettando una risposta dalla ragazza.
    Al sentire la mia voce si gira, rimanendo qualche secondo ad osservarmi con la tipica sorpresa da "non pensavo sarebbe arrivato qualcuno" stampata sul volto. Ho incontrato la maggior parte delle mie conoscenze del ballynamire qui, nel piazzale, ed inizio seriamente a chiedermi se io sia una qualche calamita che attrae a sè i nuovi arrivati.
    Si nota che sono spaesata eh! Potresti indicarmi la via per la segreteria? Sono arrivata ora. dice, con un sorriso sulle labbra. Giusto un po' commento riferendomi alle sue prime parole, ricambiando poi il sorriso. Certo, è proprio qui a due passi dico, indicando l'edificio che stavo per raggiungere prima. Vuoi che ti aiuti con quella? chiedo subito dopo, indicando la enorme valigia al suo fianco. Cosa portino le ragazze perché le loro valigie siano sempre enormi? Il mondo, probabilmente. Al mio arrivo da New York, sei o sette mesi fa, ero arrivato solo con il giusto indispensabile alla mia sopravvivenza, con l'idea di prendere tutto quel che mi serviva in città. Sono Chandler, comunque mi presento infine, stringendo poi la sigaretta tra le labbra.
     
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  5. Fuoco e Sangue
     
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    :leah:
    La situazione è quasi surreale: il buio, questo ragazzo a me sconosciuto, il freddo, il viaggio affrontato, gli addii dispensati e, infine, questo posto, dove non sono mai stata ma dove mi sento totalmente a mio agio.
    Sono sempre stata quel tipo di persona che cerca il lato positivo anche nelle situazioni più difficili, questa volta non dovevo nemmeno faticare per trovare i motivi per essere contenta, certo i sacrifici che sono stati fatti sono importanti ma la felicità di essere qui batte qualsiasi tipo di sofferenza.
    Al pensiero di quella che sarà la mia vita qui sorrido, felice, senza curarmi di quanto mi risulterà faticoso rimanere qui.
    La mia attenzione è rivolta al ragazzo di fronte a me che gentilmente mi chiede:"Vuoi che ti aiuti con quella?"
    Scuoto energicamente la testa e sorridendo gli rispondo:"No ce la faccio, ma grazie!"
    Effettivamente un po' mi sto rimproverando per essermi portata tutta questa roba ma alla fine ne varrà la pena, amo i miei vestiti e l'idea di lasciarne molti a casa mi uccideva per questo ho deciso di portarmi metà del mio armadio qui.
    Sono Chandler, comunque.
    La sua voce ha un che di familiare, ma non ci faccio troppo caso e rispondo con un secco Leah. mentre cerco un contatto visivo dato che odio parlare con gli atri non guardandoli dritti negli occhi.
    Allora... com'è qui la vita a Ballynamire? È davvero un sogno come viene descritto o mi devo aspettare di peggio?
    Aggiungo poi ridacchiando sulla parola "peggio" dato che mi riesce davvero difficile associare l'infleicità a questo college.
    Mi giro e accenno un paio di passi per cominciare camminare verso l'edificio che Chandler mi dovrebbe mostrare.
     
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    La sua risposta non tarda in arrivare, scuote infatti la testa dicendo subito dopo No ce la faccio, ma grazie! Lancio nuovamente un'occhiata alla valigia, domandandomi se sia il caso di chiederle se sia davvero sicura di non aver bisogno di aiuto viste le dimensioni di quella, ma decido di rispettare le sue parole e rimanere in silenzio.
    Si presenta con il nome di Leah, mentre io compio l'ennesimo tiro dalla sigaretta, che ormai sta per finire, spostandomi leggermente e liberando il fumo in modo che non finisca addosso alla ragazza. Leah.. È un bel nome penso, finendo per dirlo anche ad alta voce. Ho conosciuto parecchie ragazze, ma non ho mai incontrato nessuna dal nome Leah.
    Allora... com'è qui la vita a Ballynamire? È davvero un sogno come viene descritto o mi devo aspettare di peggio? mi domanda poi, con un risolino sul "peggio" che non fa altro che far ridacchiare anche me. Di cose ne son successe dal mio arrivo, e se c'è qualcosa che ho imparato da tutto questo è di aspettarsi sempre l'imprevedibile. Chi avrebbe mai detto che avrei incontrato nuovamente una persona che non vedevo da secoli dall'altra parte del mondo? Di sicuro io no. Ritrovare Tamara qui è stata solo una grande botta di culo. E se non fossi mai entrato nel giardino della Smith? So che c'è gente che è qui da più tempo di me e che non ho ancora conosciuto, e se fosse successo così? Entrambi nello stesso posto ma senza esserci mai visti? E chi avrebbe invece detto che mio fratello avrebbe perso la testa per lei? E non dimentichiamoci di tutti i casini successi il mese scorso.
    Io direi di aspettarsi sempre di tutto, peggio o meglio. È un sogno, ma potrebbe diventare anche un incubo, volendo dico, camminando al suo fianco. Ma queste sono solo le parole di Chandler. dico ridacchiando, sapendo di quanto potrebbero mettere ansia ad un nuovo arrivato.
    Da dove vieni? chiedo guardandola, mentre saliamo i primi scalini degli alloggi.

    dai che Chandler diventa inquietante 😂
     
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  7. Fuoco e Sangue
     
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    :leah:
    Dopo averlo rassicurato sulla valigia sembra rimanere un po' interdetto ma non dice altro sull'argomento e per questo lo ringrazio mentalmente, non amo essere aiutata anche per le cose più insignificanti, mi piace pensare di me come una persona forte abbastanza da superare da sè gli ostacoli che si presentano sul proprio percorso.
    Ci dirigiamo verso un grande edificio a pochi passi da noi, la ghiaia scricchiola sotto le nostre scarpe. Lui, dopo essermi presentata mi dice che il mio è un bel nome, mastico un "grazie" con una voce un po' roca cercando di non pensare al probabile rossore sulle mie guance: è inevitabile, qualsiasi complimento mi si faccia io arrossisco, mi si potrebbe pure dire che ho delle magnifiche occhiaie o una cellulite favolosa eppure anche in quel caso la mia faccia raggiungerebbe una temperatura spaventosa. Un po' strano data la mia indole estroversa, ma col tempo ho imparato a riderci su.
    Alla mia domanda su Ballynamire Chandler mi segue nella risata lasciando intendere dietro il suo sorriso che sicuramente la vita qui è un'avventura indimenticabile, esattamente ciò in cui speravo trasferendomi qui.
    Rispondendomi fa un altro tiro con la sigaretta la quale brucia e si fa notare in mezzo all'oscurità che ci circonda, poi si sposta impercettibilmente per buttare fuori il fumo così da non farmelo arrivare addosso. L'odore delle sigarette mi è sempre piaciuto per questo non mi sarei lamentata, ma il suo è stato un gesto premuroso, lo guardo con la coda dell'occhio e sorrido ma non gli dico niente.
    Siamo entrati nell'edificio degli alloggi, lo seguo verso una grande scalinata, le luci sono soffuse ma rispetto all'esterno è molto più illuminato dato che ormai è calata la notte, riesco quindi a soffermarmi un attimo sul viso del mio nuovo "amico".
    Al chiuso il mio vestito va più che bene tanto da non sentire più il freddo che percepivo fuori ma le mie mani rimangono ghiacciate.
    Do un veloce sguardo agli anelli per poi porre la mia attenzione di nuovo sul mio accompagnatore che mi chiede da dove io venga. Con gli occhi pieni di orgoglio e un sorriso ancora più grande di quello che ho avuto perennemente stampato in faccia da quando sono arrivata, gli rispondo "Sono di New York! Sono abituata ad un grande caos e a stare in mezzo a tanta gente, non so come farò ad abituarmi qui!" Gli occhi mi si illuminano pensando alla mia amata città, ai locali, a Central Park, allle folle, al traffico, alle partite, New York è sicuramente piena di difetti ma la amo con tutto il cuore.
    E tu di dove sei?
    Gli chiedo subito dopo, voltandomi verso di lui.

    In tutto questo la mia pg non ha ancora una camera quindi non so bene verso dove Chandler la stia accompagnando ahaha
     
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    La mia carissima sigarett mi abbandona giusto prima di raggiungere la porta d'ingresso, porta che prontamente apro per lasciare entrare prima la ragazza ed infine lasciarla chiudersi alle mie spalle.
    Ancora oggi continuo ad amare il momento in cui raggiungo finalmente gli alloggi ed attraverso il lungo corridoio, sorpassando la segreteria a cui mi sono fermato più e più volte per lasciare i nuovi arrivati iniziare la loro nuova vita al ballynamire, e raggiungendo finalmente le scale che portano al primo piano, ovvero il corridoio dei ragazzi.
    Oggi pero', invece di proseguire mi fermo nuovamente alla segreteria, aspettando che faccia capolino dal bancone la solita segretaria. Possibile che io non la becchi mai? due volte su tre la signora non si trova. Qui devi ritirare le chiavi della tua stanza spiego alla ragazza, sbirciando intanto cosa ci sia dietro al bancone. Infondo se non si dovesse presentare nessuno nel giro di cinque minuti non sarebbe la prima volta che mi azzardo a prendere in prestito la chiave.
    Le mie mani abbandonano finalmente le tasche della giacca, posizionandosi sul bancone e picchiettando leggermente sulla superficie in legno mentre ascolto la risposta di Leah al mio "da dove vieni?". I suoi occhi sembrano illuminarsi, mentre un sorriso si forma sulle labbra, parlando di una città che io ben conosco.Sono di New York! Sono abituata ad un grande caos e a stare in mezzo a tanta gente, non so come farò ad abituarmi qui!. Sorrido anche io. Incredibile come la stessa città possa essere vista da punti di vista così diversi, no? Sembra quasi che lei, a differenza mia, ami essere in mezzo alla tipica folla piena di turisti che impediscono una normale passeggiata per la città. Oh beh, ballynamire si popola di newyorkesi a quanto pare commento divertito quando lei mi rigira la domanda, Pure io. rispondo, facendo una piccola pausa prima di dire Ed abituarsi a questa tranquillità non è poi così difficile come pensi. Io l'ho amata fin da subito penso, lasciando che un sorriso compaia nuovamente sulle mie labbra.
     
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