Move My Way

Arrivo di corsa all’ingresso del lodge, guardo l’orologio che segna le 15.05 “Merda!” odio arrivare in ritardo, soprattutto se si tratta di far aspettare qualcuno. Se non avessi impiegato tanto per scegliere cosa mettermi sarei arrivata in orario, di solito non mi importa di come appaio ma questa volta ho cercato di puntare su qualcosa di abbastanza sexy quanto, almeno spero, facile da togliere. Di tutto quello che ho portato alla fine ho deciso di mettermi i pantaloni di pelle e il corsetto a fiori, se non fosse per il freddo avrei anche evitato di infilarmi la felpa… spero solo che dentro al lodge faccia più caldo.
È la prima volta che ho un’ appuntamento, o almeno, è la prima volta che mi metto d’accordo con un ragazzo per uscire e non ho la minima idea di come debba comportarmi, spero solo che la cosa non diventi troppo imbarazzante.
Entro nel locale ma mi sembra di entrare in un altro mondo, la stanza è arredata in maniera impeccabile, tutto sembra incredibilmente ordinato e pulito pur essendo il luogo di ritrovo degli studenti. Abbasso lo sguardo e non posso fare a meno di notare che vestita così, in un luogo del genere, sono assolutamente fuori luogo e la cosa mi crea non poco imbarazzo. Alzo lo sguardo per cercare Colin e lo vedo seduto in un tavolo abbastanza appartato, probabilmente se ci fosse stata più gente avrei dovuto girare per i tavoli o chiamarlo e non oso immaginare quale delle due opzioni sarebbe stata più imbarazzante.
Prendo subito posto difronte a lui e non posso fare a meno di notare quanto sia bello, soprattutto ora che non è più raffreddato e lo posso ammirare alla luce del giorno. «Ehi...» lo saluto dissimulando un leggero imbarazzo «Scusa se sono arrivata in ritardo»

«Tranquilla, è decisamente valso la pena aspettare» Colin sorride senza preoccuparsi di celare una certa dose di malizia, facendomi arrossire leggermente. Non posso negare di sentirmi in imbarazzo certo, ma la situazione non mi dispiace affatto.
«Allora, come va? Come procede la vita qui?» mi domanda cogliendomi un po’ di sorpresa. In effetti non è che abbia fatto molto, ho un cavallo un lavoro e anche se non conosco quasi nessuno dire che sono la persona più felice del mondo sarebbe riduttivo. Cerco di celare l’entusiasmo «Credo bene, anche se è tutto un po’ strano... arrivo da Londra, non sono abituata a questo ambiente...» rispondo senza mentire, guardandomi in torno sorridendo «Però mi piace parecchio» e non posso negarlo.
Vorrei chiedergli qualcosa su di lui ma non saprei da dove iniziare, è una situazione talmente strana da sembrare quasi surreale. Sono seduta in un posto che sembra uscito da una favola con un ragazzo che semba il principe azzurro e l’unica cosa a cui riesco a pensare è non sembrare troppo invadente. «Tu invece?» gli chiedo mentre slaccio la felpa, lasciando intravedere la parte anteriore del corsetto. Cerco di pesare ogni parola e ogni mossa, non voglio apparire nè troppo sexy nè troppo stupida, devo comportarmi nel modo più naturale possibile e non è facile contando che sono imbranata come pochi.

Colin impiega qualche secondo prima di rispondermi, visibilmente distratto dai miei movimenti.
«Io sono nato e cresciuto a Dublino, anche per me all'inizio è stato un bel trauma, ma ora... bé, con il fatto che sono il proprietario del Nightclub più popolare della zona - nonché unico - direi che non me la passo troppo male» Night Club... non sono mai stata il classico tipo da discoteca, troppa gente e troppo rumore mi mettono a disagio, ma se trovassi un “valido motivo” potrei anche fare uno sforzo e farci un salto qualche volta.
Lo guardo e noto con piacere il suo sorriso malizioso e mi sfilo la felpa con un movimento più lento del dovuto, da una parte voglio che noti ogni particolare del mio corpo ma dall'altra vorrei mantenere l'aura di innocenza che mi circonda.
«Cosa vorresti bere?» Ci penso un attimo, quando devo decidere qualcosa ci metto sempre troppo tempo «Una cioccolata, grazie» gli rispondo sorridendo dolcemente, dato il clima freddo e l'atmosfera del lodge mi sembra la scelta più appropriata.
«Comunque» riprendo il discorso «Perché un Night Club? O almeno, perché proprio in una zona come questa? In fondo Dublino è una zona molto più mondana...» Cerco di intavolare una conversazione, come in ogni normale appuntamento mentre mi rigiro una ciocca di capelli tra le dita.
Inizio a credere che Colin oltre ad essere bello sia anche una persona molto interessante, non mi dispiacerebbe conoscerlo meglio.

«Ecco, diciamo che non ho proprio la possibilità di lasciare Ballynamire...» Colin inizia a parlare, scompigliandosi i capelli con un gesto che trovo molto sexy «Sono in libertà vigilata, per furto... bé, per più di uno, se dobbiamo essere onesti, visto che mi sono state attribuite sette capi d'accusa diversi, dopo il primo. Su accordo del tribunale sono stato spedito qui, e... bé, ormai sono qui da quasi un anno.» continua raccontandomi la sua storia con un certo menefreghismo, appena l'ho visto l' ho subito reputato un bad boy ma non pensavo lo fosse davvero, pensavo fosse solo una questione di apparenza. Immagino che non sia troppo felice di vagare per Ballynamire, io sono qui per mia scelta ma lui...
«Mi auguro ti piacciano i ragazzacci...» il suo ammiccare mi distrae dai miei pensieri «Beh, se no non sarei qui» gli rispondo con malizia, sporgendomi in avanti e sorreggendo la testa con una mano. È vero, non mi importa se sia un “ragazzaccio” o no, se un ragazzo mi interessa mi interessa e basta, a prescindere dalla sua fedina penale.
«Ad ogni modo, ora direi che sia il tuo turno... raccontami qualcosa di te.» torno seria quando me lo chiede, non mi piace troppo parlare di me, non so mai cosa dire e cosa no. Torno ad appoggiarmi allo schienale della sedia «Sono nata in Romania, quando avevo sei anni sono stata adottata da due persone fantastiche che mi hanno portata con loro a Londra. Che mi piacciono i cavalli penso sia palese, se no non sarei qui...» mentre parlo non lo guardo negli occhi e mantengo un tono serio ma me ne pento subito, visto il carattere dell'appuntamento «ti basti sapere questo» torno a sporgermi in avanti, evidenziando il décolleté strizzato nel corsetto, mentre sorrido leggermente

«Fai la misteriosa, eh?» Noto con piacere che Colin mi fissa il petto e la cosa mi fa arrossire leggermente. La sua domanda mi colpisce, non capisco se sia interessato a sapere di più su di me o voglia solo fare conversazione «No, solo che non ho avuto una vita molto interessante» non mi va di raccontargli dell'adozione e di tutto il resto, di solito quando ne parlo la gente inizia a trattarmi in modo diverso e non voglio che lui faccia lo stesso.
Sposto lo sguardo sul suo corpo mozzafiato e mi soffermo ad ammirare i suoi tatuaggi, vorrei poter vedere anche quelli che nasconde sotto i vestiti. Il pensiero del suo corpo mi porta a mordermi istintivamente il labbro inferiore, sospirando leggermente. “Devo distrarmi o potrei saltargli addosso” spero che la cameriera si muova a portare quello che abbiamo ordinato, ho bisogno di concentrarmi su altro.
«Parlami dei tuoi tatuaggi» dico con una certa calma, guardandolo dritto negli occhi. Mossa sbagliata, visto che sono a dir poco stupendi. Da una parte glielo chiedo per interesse vero, dall'altra perché la sua voce ha qualcosa di particolare, credo che potrei ascoltarlo per ore e comunque non mi annoierei. Sono conscia del motivo per cui siamo qui ora e so che probabilmente più tardi non avremo molto tempo per parlare, quindi voglio approfittarne ora.

«Ti posso dire soltanto che ne ho molti più di quanti mi sia possibile farti vedere ora... ma se hai un po' di pazienza, li potrai ammirare tutti più tardi.» Colin mi risponde ammiccando e le sue parole, così dirette, fanno vagare la mia mente verso quello che spero accada a breve. Arrossisco visibilmente, sorridendo in maniera fin troppo maliziosa, lasciandogli intendere le mie intenzioni, che so benissimo essere anche le sue.
La cameriera arriva lasciando i nostri ordini sul tavolo, Colin prende un sorso di caffè e inizio a domandarmi come una persona possa essere tanto sexy anche compiendo un gesto tanto semplice. Guardo distrattamente la mia tazza, rovesciandovi una bustina di zucchero prima di assaporarne il contenuto.
«Spero di poter ammirare anche i tuoi da più vicino, dopo» Il ragazzo mi ridesta dai miei pensieri, mozzadomi il respiro per qualche secondo. Amo il fatto che sia così diretto, odio i preamboli, li trovo falsi e noiosi, non capisco perché ci si debba perdere in inutili formalità quando si può arrivare dritti al punto. Distolgo lo sguardo dalla tazza, spostandolo su di lui «Beh, se ti sbrighi con quel caffè magari potrei anche farteli vedere» dico ammiccando, prima di portare le mani alla tazza e bere un ampio sorso di cioccolata.

Colin mi sorride compiaciuto, bevendo il caffè in un sorso solo «Finito» annuncia trionfante e pieno di fretta. Guardandolo non posso fare a meno di sorridere, sembra completamente diverso dagli altri ragazzi con cui sono stata, è gentile, simpatico... dolce.
Scuoto la testa sorridendo mentre infilo la mano nella tasca della felpa. Tiro fuori una manciata di monete che lascio cadere al centro del tavolo, se c'è una cosa che odio in alcuni casi è la cavalleria, credo nella mia emancipazione abbastanza da poter offrire a Colin un caffè. Soprattutto sapendo che a breve mi offrirà ben altro.
Bevo l'ultimo sorso di cioccolata rimasto nella tazza e mi alzo, facendogli la linguaccia e mettendo in mostra il mio corpo, seppur non molto formoso. So di essere una bella ragazza e soprattutto so di poter attirare le attenzioni che voglio “anche se spesso sono quelle sbagliate”, penso con un po' di rammarico.
«Andiamo?» Chiedo tendendogli la mano e continuando a sorridere, non ammetto un "no" come risposta. Non vedo l'ora di potermi togliere questi stramaledetti vestiti e di sicuro la ragione non è perché sono troppo stretti. Non solo almeno.