Run

Come se già non bastasse essere qui, Ace non mi ha neanche detto che mi sarebbe toccato stare in stanza insieme a qualcun altro. Questo qualcun altro si è poi rivelato essere la ragazza dallo sputo d'unicorno in testa, Phoebe. Potrei dire che la detesto, sebbene siano passati pochi giorni da quando ci siamo incontrate per la prima volta, ma la sua costante allegria e buon umore invade la stanza e non fa che farmi salire i nervi. Che mi sia meritata davvero tutto questo? Ace mi sentirà prima o poi.
Esco dalla mensa con una mela rossa in mano, camminando lungo i corridoi per raggiungere l'uscita della struttura. Finisco quindi al piazzale, che studio con attenzione alla luce de sole. Rispetto a quando sono arrivata ora riesco a vedere meglio il posto, una rotonda è situata proprio davanti all'edificio, mentre la stradina torna indietro fino al cancello d'ingresso del Ballynamire. Si sente qualche nitrito ogni tanto provenire dai diversi recinti che non sono molto lontani da qui. Dal cancello compare un taxi, lasciando proprio davanti a me un ragazzo moro, piuttosto alto ed attraente, non si può negare. Correre via invece di dover far conversazione? Nah, se proprio devo stare qua per un anno meglio trovare qualcuno con cui passare tutto questo tempo, no? Mi avvicino, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi prima di salutarlo. Viaggio lungo? chiedo dopo, con il sorriso ancora sulle labbra.

Dal giorno in cui sono arrivata ho trascorso il più tempo possibile fuori, girando per il ballynamire nel tentativo di allontanarmi dalla ragazza dai capelli color confetto, ma anche per scoprire la struttura, tenendomi alla larga dai cavalli e le scuderie visto la puzza incredibile che c'è in quel posto. Ho scoperto la presenza di due bar, uno è proprio qui, a qualche metro dagli alloggi, mentre per raggiungere l'altro bisogna camminare per un po'. Ho sentito dire in giro che in città c'è un pub e un nightclub così come tanti negozi, ma non ho ancora potuto visitarli. Ogni santissimo giorno Ace vuole vedermi, probabilmente per essere sicuro che io non sia già scappata con il primo taxi che mi capita davanti. E dove potrei mai andare? Senza soldi poi. Mah.
Dò un morso alla mia mela mentre aspetto la risposta del ragazzo dai capelli ricci. Un sorrisetto gli spunta sulla labbra e con fare malizioso dice Lunghissimo. Scuoto la testa divertita quando dopo essersi presentato come Cameron -bel nome comunque- si passa una mano tra i capelli, come se volesse che io gli salti addosso implorandogli di passare la sera insieme. Per sua sfortuna quel suo fascino che crede di avere non funziona con me, sollevo infatti un sopracciglio, guardandolo. «Beh, Cameron. Meglio che tu scenda dalle nuvole e realizzi che noi donne non cadiamo ai piedi del primo riccio figo che abbiamo davanti » commento, sempre con il sorriso sulle labbra, restando sugli scalini che mi permettono di avere qualche centrimetro in meno di differenza. Non mi sono mai lamentata della mia altezza, sebbene sia alta un metro ed un tappo, ma se c'è una cosa che proprio odio è avere davanti qualcuno decisamente più alto di me.
«Piuttosto aiuta la ragazza che sta morendo con quelle valigie se vuoi conquistare qualcuna» dico, facendogli un cenno in direzione della bionda appena scesa da un taxi.