Welcome

Mi stringo nel giacchetto di pelle una volta chiusa la portiera della macchina.
Il freddo mi gela le ossa e mi maledico mentalmente per non essermi coperto ulteriormente.
Apro il bagagliaio della macchina e prendo la valigia, chiudo la macchina e respiro profondamente. Era da tanto che non mi capitava di trovarmi così distante dalla città, non si sentono automobili e credo che questa notte dormirò come un bambino, cosa che non mi capita da più di un anno oramai.
Mi avvicino a una panchina, appoggio la valigia e scarto lentamente il mio panino prima di portarlo alla bocca. Mangio lentamente e, appena finito, pulisco i jeans dalle ultime briciole, estraggo una sigaretta dal pacchetto e l'accendo.
C'è odore di fieno nell'aria porto la testa indietro e chiudo gli occhi. Mi sento così in pace con il mondo questa sera.

L'unica cosa che potrebbe farmi innervosire è che il telefono non prende, zero. Ma non mi preoccupo, vedo questo posto più come un posticino isolato, come un rifugio: non sento il bisogno di dannare contro uno stupido apparecchio, per ora.
Hai da accendere? chiede un ragazzo con una sigaretta posta tra le dita affusolate, annuisco sorridendo prima di infilare una mano nella tasca dei jeans e porgerglielo.
Insomma, devo ammettere che c'è un valido concorrente nella corsa alle gallinelle.
No, Nick, NO.
Scoppio quasi a ridere, prima di distogliermi dai miei pensieri.
"Piacere, Nick" dico porgendo una mano e cercando lo sguardo del ragazzo nella fioca luce presente nel piazzale.
Sono entusiasta del mio nuovo lavoro, sentivo il bisogno di cambiare e, nonostante non abbia cambiato lavoro di fatto, mi sento come un bambino la sera prima del primo giorno di scuola.
Inoltre voglio andare in palestra, come sempre tanti buoni propositi, vedremo cosa realmente rispetterò.

Il ragazzo si ripara dal vento prima di accendersi la sigaretta e ripassarmi l'accendino, lo prendo e lo sistemo nuovamente in tasca.
«Carter» si limita a dire, se non altro, è di poche parole.
Ispiro nuovamente e riverso il fumo sulle mie scarpe, sospiro e rialzo lo sguardo appena prima che il ragazzo mi porga l'inevitabile domanda dopo aver notato le valige.
«Sei appena arrivato?» chiede, facendo cenno con la testa verso i bagagli.
«Già» commento semplicemente guardando le valige. Nel momento di svuotare l'armadio c'è stato il dramma, chi mai avrebbe pensato di trovare tutti quegli imbarazzanti maglioncini a collo alto? Nonostante fossero li da anni mi è quasi dispiaciuto riportarli a casa di mia madre dicendo certo mamma, li passerò a prendere non appena troverò un momento ma buttarli sarebbe sembrato uno spreco.
«Aspirante cameriere di successo» commento poi, ironizzando sulla mia situzione. Se non altro non posso lamentarmi dei turni, qua sono decisamente più umani.

Okay, devo ammettere che l'impressione che questo posto mi sta dando da quando, ieri, sono arrivata, non è male. In fondo ho un cavallo tutto mio, degli spazi enormi a disposizione, e beh, presto avrò anche qualcuno da tormentare. L'unica cosa che non ho di mia e che in realtà alla fine non mi dispiace così profondamente è la camera, che condivido con TJ. Beh, vorrà dire che i ragazzi me li porterò a letto nelle loro stanze; non voglio nessun tipo di intralcio del tipo la cosa che si interrompe per l'improvviso ingresso di TJ. Non voglio assolutamente che TJ abbia a che fare con queste mie uscite, perché dopotutto è sempre la mia sorellina, e voglio il meglio per lei. Sto girovagando qua a Ballynamire da una ventina di minuti, non so precisamente per cosa. Probabilmente se già oggi avessi avuto voglia di incontrare qualche ragazzo o ragazza da prender di mira sarei andata in mensa, o in un pub per trovare qualche ubriaco a cui rubare i segreti. Capito nel piazzale dove ieri il taxi ci ha lasciate, e non faccio in tempo a decidere di tornare agli alloggi che vedo due figure maschili poco più lontano. Mi avvicino preparando già un sorriso malizioso, e rimango impressionata, senza ovviamente lasciarlo a vedere, dall'aspetto dei due. Beh, sì, mi avevano detto che c'erano bei ragazzi, ma non pensavo davvero così belli. Considerando che soprattutto quello seduto su una panchina sembra un modello, un po' come quelli di Paco Rabanne. Nemmeno quello in piedi è male, però, ha solamente un faccino più dolce e angelico. Li vedo entrambi fumare, e penso ad un modo per aggiudicarmi un po' della loro compagnia.
«Scusate, ho finito il mio pacchetto ieri in viaggio, e per trovare qua un tabacchi non ho idea di quanto ancora dovrò cercare... Sareste così gentili da lasciarmi fare un tiro?»
Mento spudoratamente fra il malizioso e il disperato, come probabilmente solo io so fare. No, non fumo, ma non posso perdere l'occasione di un po' della loro compagnia. Come minimo piuttosto che lasciarmi fare un tiro preferiranno accompagnarmi ad un tabacchi per comprarmi un pacchetto, ma sono quasi sicura che il mio aspetto farà il suo effetto. In caso contrario saranno entrambi soggetti di amara vendetta. E per amara intendo alquanto silenziosa ma umiliante, come sempre. So di essere abbastanza ossessionata dal vendicarmi o semplicemente accanirmi contro qualcuno, ma è un divertimento di cui non riesco a fare a meno.

«Scusate, ho finito il mio pacchetto ieri in viaggio, e per trovare qua un tabacchi non ho idea di quanto ancora dovrò cercare... Sareste così gentili da lasciarmi fare un tiro?» una voce squillante e femminile attira la mia attenzione. Non credevo di poter trovare nessuno quest'ora eppure ora siamo in tre, tutti che giriamo attorno a un pò di tabacco. Porgo il pacchetto alla ragazza invitando a prendere una sigaretta, la mia è quasi finita e mi sentirei esageratamente taccagno a farle fumare il filtro.
La guardo e sorrido lievemente.
Mi sistemo meglio sulla sedia, alla fioca luce del lampione è abbastanza difficile identificare con certezza i lineamenti della ragazza; senz'altro i capelli sono scuri e porta un sorrisetto malizioso sulle labbra.
Sorrido abbassando lo sguardo e liberandomi di una delle ultime boccate di fumo dalla bocca, non sono un fumatore accanito, di solito non fumo tanto ma senz'altro non riuscirei a smettere. E' un'abitudine fin troppo radicata oramai ma non mi scomodo per cambiare le cose, mi piace e mi rilassa.
Sono abbastana curioso di vedere dove alloggerò, finalmente senza coinquilini. Mi diverte pensare a come gestirò la casa, non sono una persona particolarmente ordinata.

Entrambi i ragazzi mi scrutano nell'ombra da cui sono avvolta, e dopo un secondo uno dei due, il moro dagli occhi chiari, mi passa il pacchetto perché io ne estragga una sigaretta. Io gli sorrido, grata, facendogli un cenno con il capo. Prendo l'accendino che mi porto sempre dietro per ogni tipo di evenienza (Beh, probabilmente ho sempre pensato a questo tipo di evenienza, e alla fine è diventata un'abitudine che non mi sono ancora tolta di dosso, fortunatamente). Sposto lo sguardo sull'altro ragazzo, e guardo bene anche lui; è a sua volta un bel ragazzo, dai capelli castani e gli occhi celesti come quelli dell'altro, ma più caldi del primo. Analizzo per mezzo istante le mie possibilità. Sicuramente ci sarebbe da divertirsi con entrambi, ma forse, trovandomi di fronte a due ragazzi così belli, uno di loro dovrei serbarmelo come... Okay, non l'ho mai detto né pensato prima d'ora, ma... Come amico. Ma quale, dei due? Aspettiamo di vedere come si svolgono le cose, e poi prenderò una decisione.
«Sei anche tu una new entry, vero? Non ti ho mai vista da queste parti»
Commenta poi il ragazzo in piedi, lanciando un cenno all'altro, ma io ignoro bellamente la cosa, lasciandoli "parlare". Prima di rispondergli mi accendo la sigaretta dovendo aiutarmi con la mano per riuscirci, dato il vento, che sembra minacciarmi di portarmi via. Ci riesco dopo qualche secondo, e faccio il primo tiro, per poi riversare il fumo dalle narici, che bruciano leggermente.
«Sì, arrivata ieri dall'Australia»
Rispondo con un sorriso, per poi notare i bagagli del ragazzo che mi ha passato la sigaretta. Non sto a constatare cose ovvie chiedendogli se è appena arrivato.
«Hazel Valerie»
Mi presento. Non sempre mi presento con entrambi i nomi, ma sinceramente mi piacciono tutti e due, quindi sono sempre combattuta su quale dire prima.

La ragazza prende una sigaretta e l'accende aiutandosi con una mano per pararsi dal vento.
Il ragazzo mi lancia un cenno, penso di aver capito e sorrido lievemente. Non la conosco ma sembra abbastanza sicura di se la ragazza, potrebbe essere interessante.
I due ragazzi parlano brevemente, anche la ragazza è nuova, viene dall'australia. Evidentemente il ragazzo deve essere qua da abbastanza tempo da conoscere un pò tutti gli studenti.
Senz'altro il mio lavoro mi permetterà di conoscere tante persone nuove, potrebbe essere una cosa positiva.
«Hazel Valerie» si presenta brevemente così decido di fare lo stesso.
«Nick», nah, non Nicholas, mia madre è sempre stata particolare con i nomi e a me questa cosa piace.
Mi chino e spengo la sigaretta per terra poi mi giro, lancio e, con non poca fortuna data la mia scarsa mira, centro il bidone, posto a pochi metri di distanza, con il mozzicone.
Sorrido soddisfatto prima di girarmi e portare le braccia al petto incrociandole stringendomi ancora un pò il giacchetto di pelle.

«Nick»
Si presenta il moro, e io gli sorrido, mentre lo guardo divertita lanciare la sigaretta che ha appena spento nel bidone poco più distante.
«Io sono Carter»
Si presenta l'altro, per poi allontanarti.
«E' stato un piacere conoscervi ragazzi, ma ora devo proprio andare. Ci si vede in giro»
Non so cosa voglia precisamente dire con questo. Cioè sì, ma penso che ci sia un messaggio sopra le righe. Mi mordo il labbro facendogli un cenno mentre si dilegua, tornando a guardare il ragazzo seduto.
«E così... Di ritorno o appena arrivato?»
Gli chiedo, avvicinandomi, facendo un altro tiro dalla sigaretta.
«Che dici, ti va se ti accompagno a posare le valige e poi andiamo a bere qualcosa?»
Visto che il castano, Carter, ci ha lasciati, penso che mi dovrò proprio divertire con Nick. Non ho ancora deciso se me lo terrò amico (ebbene sì, per la prima volta nella mia vita potrei provare ad avere un amico dell'altro sesso che non entri nel mio letto), oppure non mi tratterrò e mi lascerò andare bellamente come con qualsiasi altro ragazzo. Lo scruto negli occhi celesti cangianti, che riflettono la luce dei lampioni che ci circondano.

Carter, in segiuto al mio cenno, saluta e se ne va.
Ci siamo intesi, questo è certo, ma non immaginavo fosse così ferreo con questi codici. Insomma, io con tutto il rispetto nei suoi confronti, non lo avrei fatto e questo mi fa un pò cambiare idea sul suo conto. Quando è arrivata la ragazza non si è fatto scrupoli a farle i raggi x.
«E così... Di ritorno o appena arrivato?» chiede la ragazza, avvicinandosi e facendo un altro tiro alla sigaretta.
Appena arrivato rispondo semplicemente ancora assorto nei miei pensieri, solo dopo qualche secondo di silenzio mi accorgo di poter essere sembrato poco interessato ma, prima che potessi completare la frase la ragazza riprende.
«Che dici, ti va se ti accompagno a posare le valige e poi andiamo a bere qualcosa?» chiede poi.
Ci penso un pò su, sarebbe interessante conoscerla meglio, magari con un pò di alcool in circolo.
Andata, gli alloggi di qua giusto? dico alzandomi e indicando l'edificio posto alla mia sinistra.
Iniziamo magnificamente penso nella mia testa. Non ho intenzioni ben precise ancora ma passare la serata con una ragazza non vuol mica dire prometterle il matrimonio, giusto?
Prendo i borsoni e, attendendo qualche cenno della ragazza, faccio qualche passo verso l'edificio poi mi fermo e la guardo.

Nick, il moro, rimasto seduto senza ormai una sigaretta, si immerge nei suoi pensieri, chissà quali, per poi rispondermi un po' assente.
«Appena arrivato»
Dopo poco alza lo sguardo, come se stesse per dire qualcosa, ma poi mi ascolta. Lui ci pensa un paio di istanti, e poi acconsente, alzandosi per avviarsi verso gli alloggi. Sembra compiaciuto, ma non saprei dirlo. Continuo a studiarlo mentre lui si ferma per voltarsi e osservarmi. Gli sorrido, per poi fare l'ultimo tiro della sigaretta, spegnerla sul bordo del bidone e tirarvela dentro. Lo raggiungo affiancandolo.
Andata, gli alloggi di qua giusto?
Annuisco, aprendo le braccia alla "tadaaan", anche se sono qua solo da poco, e non posso certo mettermi a fare la guida turistica. Non so ancora quasi niente di questo posto.
«Esatto»
Confermo poi, camminando al suo fianco. Non so cosa faremo stasera, né dove andremo; giusto, avevo trascurato il fatto che io non ho la minima idea di dove si trovino i posti adatti per bere qua a Ballynamire.
«Eehhm... C'è solo un particolare» Dico, ridacchiando. «Non ho idea di dove si possa trovare un posto con dell'alcol, qua»
Okay, non so se avesse capito che con bere intendevo alcolici, ma sono quasi sicura che anche qui in Irlanda o da dovunque venga il ragazzo con "bere" si intenda alcol. E poi mi sembra il tipo che una bevutina in compagnia di una bella ragazza come me se la fa senza scrupoli. Mi guardo intorno, ma non noto nessun tipo di segnale o cartello che possa indicare un pub o un qualsiasi posto che distribuisca roba alcolica, e non Coca-Cola e Fanta.

«Eehhm... C'è solo un particolare.
Non ho idea di dove si possa trovare un posto con dell'alcol, qua»
continua poi ridacchiando la ragazza e affiancandomi.
ironizzo poi, mettendo le mani in segno di resa e iniziando a ridere.
Non saprei proprio dove andare adesso anche perchè iniziare a camminare in giro per il college (posto che non conosco) non sarebbe proprio la cosa più intelligente da fare. Non mi sembra il caso di fare il marpione e offrire camera mia come alternativa per fare due chiacchere.
«Se questo coso si decide a partire» dico estraendo il telefono dalla tasta e indicandolo con l'altra mano «potremmo provare a orientarci utilizzando la mappa del sito» continuo sorridendo.
Poi mi sorge un dubbio, non vorrei essere indiscreto ma penso che come domanda sia quasi d'obbligo.
Se posso, quanti anni hai? chiedo guardandola negli occhi alla fioca luce del lampione e accennando un sorriso malizioso.
Avanti, se è di una serata alcolica che si sta parlando vorrei quantomeno evitare di passare per lo zio permissivo e che non sia lei a usarmi per alzare un pò il gomito.