Don't tell me sky is the limit, there are footprints on the moon

Certo Desirèe, ti manderò delle foto appena arrivata.
Le rispondo dolcemente mentre il mio sguardo guizza ogni due per tre dall'autista incapace che sembra centrare apposta ogni singola buca di questa strada alla vista che mi attende fuori dal finestrino, sempre più verde e immensa.
Sai che ci rimarrei male se tu non me le mandassi...
Insiste ancora una volta dall'altra parte del telefono Desirèe, la cugina che mi ha ospitata per un lungo periodo fino a quando non ho trovato questo magnifico posto grazie alla signora Smith. Alzo gli occhi al cielo non realmente irritata (al momento l'unica cosa che mi irrita è il modo in cui guida il tipo tutto grasso che mi ritrovo davanti).
Sicuro, te l'ho detto... Stammi bene bimba.
Le auguro, e infine tiro giù. Torno poi a concentrarmi sul tassista, che ha accelerato e mi sta facendo sobbalzare sul sedile in modo insopportabile. Alla fine non resisto, e, in preda all'isteria, mi sporgo leggermente in avanti, e con il tono più gentile che trovo sbotto:
"Mi scusi, per caso non vede le buche? Perché sa, è una mezzora buona che cerco di non vomitarle nel taxi."
L'ultima cosa che mi sarei aspettata era di arrivare nel posto dei miei sogni su un taxi scassato e puzzolente guidato da un grasso uomo anch'egli sudato ed emanante un tanfo incredibile.
"Senti signorina, ti conviene trattenere i tuoi conati altri 5 minuti, o ti faccio pagare il doppio e rimanere a pulire finché i sedili non saranno impeccabili"
Risponde con una voce gutturale e un tono cupo.
Ottimo, no?
Sorrido ancora più istericamente, e infine apro la borsetta che ho con me per estrarne un profumo e un deodorante. Inizio con il primo, spruzzandomene un po' addosso, sperando che l'odore dell'auto non mi si sia accollato addosso, e passo poi al secondo. Prendo la bomboletta e premo sull'applicatore, che rilascia un forte profumo leggermente vanigliato e fruttato. Continuo a spruzzarne, in mezzo ai tossiti irritati e contrariati dell'uomo, che apre bocca per farmi smettere ma viene sopraffatto da vari starnuti e colpi di tosse; le sue mani esitano un po' sul volante che per un attimo va per conto suo, quasi facendoci sbandare. Quando nel mezzo c'è un'adeguato strato di nebbiolina profumata lascio il dito e rimetto le due boccette nella borsa.
"Ecco fatto"
Sussurro soddisfatta con un ampio sorriso stampato in faccia.
L'auto si ferma di colpo, quasi catapultandomi nell'abitacolo davanti, dove il tassista non ha ancora smesso di tossire.
Guardo frettolosamente fuori dal finestrino, e rimango a bocca aperta. Non mi ero accorta che ci siamo avvicinati a un enorme complesso di edifici alti e imponenti, che assomigliano molto ad un castello medievale. Di fretta pago l'uomo che è ancora troppo frastornato per parlare, ed esco, prendendo le valige dal bagagliaio e correndo via.
Eccomi qua...
Penso, fermandomi pietrificata di fronte all'imponenza del posto.
C'è un piccolo problema... E adesso dove vado? In più, con tutte queste valigie morirò prima di trovare camera mia e ancor prima gli alloggi.

Mi sto quasi, e dico quasi azzardando ad avviarmi alla mia sinistra, quando improvvisamente scorgo con la coda dell'occhio arrivare qualcuno dalla parte opposta.
"Ciao!"
Mi saluta la ragazza che si avvicina a me sorridendomi, non lasciandomi altra scelta se non ricambiare il sorriso. Il suo è davvero solare, come i capelli color nocciola dai riflessi ramati. Appena è abbastanza vicina riesco a notarne gli occhi, invece freddi, o meglio, dal colore freddo, ma che emanano un'energia più che allegra. Dalla sua espressione penso che abbia sentito il profumo, e quasi mi immagino di avere una nuvola di questo intorno.
"Ciao"
La saluto senza smettere di sorridere e con un sospiro di sollievo. Almeno lei potrà dirmi dove sono gli alloggi, e per oggi magari non morirò spersa per Ballynamire.
"Sono Hélène"
Si presenta non appena mi è accanto. La vedo giocherellare con le dita, ma non mi pare sia nervosa; io, invece, quando lo faccio, è solitamente perché sono ansiosa o appunto nervosa.
"Piacere, Mylène..."
Le porgo la mano ridacchiando per il suono simile che fanno i nostri nomi. Poi mi torna in mente il profumo, e ritraggo con un filo di imbarazzo la mano.
Oh, scusa per il profumo, probabilmente è impossibile starmi vicini. E'... E' una storia lunga... Nel taxi c'era questo odore, e... Non ho resistito. Penso che adesso il taxi non puzzerà per un po'.
Mi scuso giocherellando con lo sguardo e facendo piccoli gesti con le mani, come al solito aggiungendoci un discorso insieme che probabilmente ad Hélène non interesserà. Ma sono fatta così. Parlo molto, moltissimo direi, ed è come se avessi bisogno che tutti sapessero ciò che mi è successo...
Mi trattengo dall'aggiungere altro, e aspetto che la ragazza dica qualcosa. Beh, non che ci sia da dire molto, al momento, ma confido nel fatto che si proponga lei di dirmi dove posso trovare le camere.

Lei, dopo avermi stretto la mano, ridacchia a sua volta per i nomi. Il mio commento sembra riportarla a qualcosa che è successo a lei, ma non potrei giudicare cosa. Forse anche lei ha avuto un'esperienza simile con il tassista che l'ha portata qua.
"Figurati, è molto buono il profumo. E penso che tu abbia fatto un favore al tassista, se non gli piace dovrà decidersi a pulire il taxi"
Afferma ridacchiando, e io sorrido annuendo. In effetti non posso che avergli fatto un favore. Prima cosa perché il mio deodorante e il mio profumo non sono cose da due soldi, e secondo, perché il tanfo in quell'auto è orribile, e se non si decide a pulirla prima o poi qualcuno morirà prima di arrivare a destinazione.
"Beh, in effetti... E' letale quell'odore"
Dico con un espressione fra il disgustato e il divertito.
"Senti..." Cambio poi discorso, tornando a guardare Hélène "Non è che sai dove sono gli alloggi...?"
Le chiedo speranzosa, e sono quasi completamente sicura che lei lo sappia. Ha tutta l'aria di conoscere il posto.
O forse è solo un'altra delle mie impressioni, di quelle che mi faccio su chiunque io mi trovi davanti. Però dai, penso che ci siano buone probabilità che almeno stavolta sia vero.
Poi ci penso un attimo.
"E... Se non chiedo troppo, anche un posto dove mangiare... Penso che mangerò te o la prossima persona che vedo se non mangio presto."
Scherzo ridendo. In effetti, passata la nausea per via dell'odore e dello scombussolamento del taxi, mi è venuta una discreta, anzi grandissima fame. E probabilmente quello che ho appena detto si potrebbe arrivare. Io sono un tipo che quando ha fame ha fame, e deve mangiare il prima possibile. Una di quelle fami fulminanti. Sì, sono un po' strana. Ma solo un po', dai.

La mattinata non era decisamente iniziata nel migliore dei modi, per non parlare poi dell'allenamento che ho svolto in tarda mattina con Venere Cafè.
Nonostante all'inizio fosse impeccabile in tutto e per tutto, evitando di tagliarmi gli angoli e facendo esattamente tutto quello che le chiedevo, quando abbiamo iniziato a saltare si è dimostrata propensa solo a scartare, rifiutare il salto, impennare e sgroppare come un cavallo da domare.
Ho deciso comunque di "prendere" la giumenta con le maniere forti ed è per questo che, armata di stivali, cap, speroni e frustino e tutto il necessario mi sto dirigendo ai Box Deluxe.
Inutile dire che la vista di una ragazza che accoglie una nuova arrivata piena di valigie è vomitevole. Avanti, tra poco manca solo una canzoncina sdolcinata ottima per ballare un lento. E dal mio punto di vista quelle due ne approfitterebbero subito.
«Oh, ma ce dolce, la bella cavallerizza che accoglie la nuova arrivata. Una scenetta sdolcinata e smielata allo stesso tempo.
Patetica.» Commento quando ormai sono ad un passo da entrambe.
«Ti un consiglio, carina» commento avvicinandomi con il capo all'orecchio della ragazza dai capelli castano chiaro e dagli occhi azzurri: «Non farti degli amici, se pratica la tua stessa disciplina poi, ancora meno. Vogliamo tutti vincere alle gare, e lei non è diversa.»
Non sono sicura di quale monta pratichino, ma sembrano decisamente ragazze da monta inglese. Insomma il bel visino ce l'anno, non riesco a immaginarmele in una monta rude come quella americana.

Vedo una ragazza avvicinarsi a passo deciso, e quando è abbastanza vicina la vedo con un'espressione disgustata in faccia. E' una bella ragazza, sicuramente apprezzata dai ragazzi. E' alta, molto alta; sarà circa un metro e 80, e il suo corpo slanciato e atletico non è da meno del viso, su cui spuntano due occhi celesti, incorniciato da lunghi capelli mori. Sono pronta con un sorriso sulle labbra, ma le sue parole mi lasciano spiazzata, facendolo sparire.
Oh, ma che dolce, la bella cavallerizza che accoglie la nuova arrivata. Una scenetta sdolcinata e smielata allo stesso tempo.
Patetica.
Commenta lei, non appena è molto vicina.
Ti do un consiglio, carina
Dice all'orecchio di Hélène.
Non farti degli amici, se praticano la tua stessa disciplina poi, ancora meno. Vogliamo tutti vincere alle gare, e lei non è diversa
La avverte, irritandomi terribilmente.
Ha portato i miei nervi alle stelle, e non ho idea di quali problemi abbia.
Tesoro, non ho idea di quali problemi ti affliggano al momento, e non mi interessa, ma se non ti dispiace è meglio che tu torni a ciò che stavi per fare.
Dico con un grande e finto sorriso stampato sul viso. Rimango calma, per evitarmi grandi amarezze già dal primo giorno qua. Se questa moretta ha intenzione di rovinarmi la giornata deve capire che non ci riuscirà, offese o meno. Sono abituata a questo genere di persone, e non mi fa certo paura. Non mi fa né caldo né freddo.

Innescare un dibattito? Fatto.
A quanto pare i loro commenti non tardano ad arrivare: «Stessa disciplina o meno, vincere non è la cosa più importante al mondo.» faccio spallucce con indifferenza. «Sì invece, sempre che tu voglia diventare qualcuno nel mondo dell'equitazione» ribatto, mentre ascolto anche le parole della bionda: «Tesoro, non ho idea di quali problemi ti affliggano al momento, e non mi interessa, ma se non ti dispiace è meglio che tu torni a ciò che stavi per fare.» Scrollo le spalle con indifferenza: «Non ho problemi che mi affligono, ma grazie molte per l'interessamento.
E' solo che eravate così affiatate e non ho potuto fare a meno di commentare. Dopotutto potete sempre prendervi una stanza ed evitare spettacoli del genere» commento, mentre decido di tornare sull'argomento delle "vittorie". «Dopotutto» inizio guardando la castana, «tutti noi vogliamo vincere, chi più e chi meno, ma nel profondo lo vogliamo tutti. E' una soddisfazione aver stracciato l'avversario. O sbaglio?» Non possono di certo venirmi a dire che è bello perdere, perchè è una cosa che nessuno ama dover subire. Nessuno, e quanto dico nessuno intendo nessuno, ama l'amarezza della sconfitta.

Hélène si aggiunge alla discussione, scocciata.
«Stessa disciplina o meno, vincere non è la cosa più importante al mondo.»
L'altra fa le spallucce.
«Sì invece, sempre che tu voglia diventare qualcuno nel mondo dell'equitazione»
Ribatte poi la mora, per poi ascoltarmi.
«Non ho problemi che mi affliggono, ma grazie molte per l'interessamento.
E' solo che eravate così affiatate e non ho potuto fare a meno di commentare. Dopotutto potete sempre prendervi una stanza ed evitare spettacoli del genere»
Ridacchio divertita. Ma cos'ha questa ragazza?
«Dopotutto» Riprende il discorso con Hélène, «tutti noi vogliamo vincere, chi più e chi meno, ma nel profondo lo vogliamo tutti. E' una soddisfazione aver stracciato l'avversario. O sbaglio?»
Non sbaglia, ma mi pare di capire che lei preferisce rimanere priva di alcun tipo di amicizia in ogni caso. Conosco bene quel tipo di persone, e sinceramente non le capisco affatto.
«No, cara, non sbagli, ma penso di preferir perdere ma avere amicizie, piuttosto che vincere ma rimanere completamente sola.»
Mi dispiace davvero andare contro i suoi malati ideali, ma sono qua sì, per avere una carriera nell'equitazione, ma anche per crearmi una nuova vita, cosa di cui ho davvero bisogno, dopo tutti questi anni passati ad odiare la mia famiglia.
Guardo Hélène un'altra volta, aspettando che dica la sua, e sperando che riesca a porre fine a questa situazione più che ridicola. Perché diavolo questa qua si doveva fermare a commentare il fatto che la castana mi stesse aiutando, visto che sono appena arrivata? Direi che questo non è proprio un benvenuto carino da parte della mora.