Like a small boat

Dopo aver avuto quella bella notizia da mia madre e dal mio patrigno ho preparato immediatamente la mia valigia con le poche cose che amo di più del mio guardaroba: quelle cose che mi hanno fatto attaccare bottone, quelle che mi porto nel cuore per avermi fatto incontrare varie ragazze e sopratutto quelle cose che mi stanno bene addosso e sono davvero poche. Decido di prendere un taxi, ma mia madre insistette per andare in aeroporto con la Mustang volendomi accompagnare lei stessa, arrivati li la saluto dicendole che l'avrei chiamata non appena avessi avuto un minuto di tempo da dedicarle e lei ribatte dicendomi di non perdere tempo con le ragazze, ma di studiare e cavalcare, annuisco e giro le spalle entrando nel, per me, nuovo e gigantesco aeroporto. Dopo due lunghe ore il mio aereo sta per partire e salgo sopra aspettando di arrivare a destinazione dove mi avrebbe aspettato una macchina lussuosa per portarmi a Ballynamire.
Arrivati dopo lunghe ore scendo e aspetto fuori il mio "taxi", il tempo non è dei migliori, ma sono solo le 4 del mattino e magari cambierà il tempo, nel frattempo arriva una bellissima Bentley rosso fiammeggiante quasi come se fosse una Ferrari e si avvicina subito a me chiedendo se io fossi Evan, mia madre aveva fatto un'accurata descrizione del suo bambino, mi avvicino e salgo nella macchina. Arrivati in un grande piazzale la corsa finisce, il taxista lascia la mia borsa a terra e dice con un grosso sorriso che la destinazione era questa, sorrido a mia volta e scendo chiudendo la portiera dietro di me. Non appena faccio due passi avanti sento la macchina sfrecciare via dietro di me e rimango li solo, in mezzo al nulla alle 5 del mattino come un pirla. Perfetto, ora che si fa? Mi dico mentre guardo attorno alla ricerca di qualcuno che mi possa fare compagnia o che mi spieghi cosa debba fare.

Dopo aver imprecato diverse volte contro il tassista e esser stato lasciato li come un bambino pianucolante nella foresta oscura vedo in lontananza quel che sembra una ragazza avvicinarsi calciando una piccola pietra ai suoi piedi e ovviamente con i miei super modi da super fico le vado in contro con un sorriso che spacca le pietre, tanto per stare in tema sassi lanciati.
Buongiorno. Mi sento dire dalla ragazza in forte a me con molta non voglia di stare al mondo a quell'ora del mattino. Ehy, buongiorno bambola. Le rispondo con i miei modi, amo dare soprannomi alle persone così di punto in bianco senza conoscere nulla di chi io possa trovarmi davanti. Mi guardo un pochino attorno e poi mi avvicino al suo finco mentre mi porto appresso la mia valigia blu cobalto che amo alla follia. Io sono Evan, piacere di conoscerti bambolina.
La paura di prendere qualche schiaffo in faccia dalle ragazze non mi sfiora minimamente, se me li prendo significa che me li merito punto. La voglia di prenderla per il fianco e tenerla vicino a me mi sfiora davvero poco in questo momento, dopo l'aereo e il taxi ho bisogno di dormire un po su un letto vero e non su un sedile mal ridotto.