If only...

28/06/2016 - sera [conclusa]

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    Forse sono troppo stanca, forse è tutto colpa del nuovo materasso o chissà cos'altro. Fatto sta che non riesco a chiudere occhio, perciò il mal di testa che mi è venuto non potrà passare così presto come speravo. Quindi non mi resta che andare nel posto che più adoro dopo le scuderie, almeno per il momento. È il mio paradiso: non devo mettermi alla prova, come con Shadow o con altre cose, tipo mio padre. Posso farmi un giretto, oppure accomodarmi e leggere, nessuno mi dice nulla a riguardo. Ultimamente ci vado spesso la sera, quando sono stanca per fare qualsiasi cosa, ma non abbastanza per non poter fare un viaggetto nei miei ricordi. Tra i libri che lo letto, che ho amato, che ho intenzione di leggere in un futuro o tra quelli che non leggerò mai perchè non sono il mio tipo. La biblioteca ha esattamete i libri che ti aspetti di aver l'occasione di leggere almeno una volta nella vita, e che a me non dispiacerebbe rileggere; Joyce, Frizgerald e Hemingway sono solo dei esempi. L'odore rassicurante di carta, nuova o vecchia, che ricorfa a chiunque la prima volta che si è infilato il naso dentro un libro. Ma quello che, ho scoperto, mi piace di più è la compagnia. Mi alzo, ancora in pigiama, dubito che qualcuno a quest'ora, sebbene non sia troppo tardi, vada in biblioteca, e vi avvio verso di essa. Entro e guardo in giro; come pensavo non c'è nessuno. Perfetto sorrido tra me e me e mi avvio verso la sezioni dei classici silenziosamente per vedere cosa posso leggere stasera. Milton? Tolstoj? Flaubert o Hegel? Guardo tra i volumi e poi trovo un titolo che attira la mia attenzione: Orgoglio e Pregiudizio, Jane Austen mormoro e prendo il vulume iniziando a sfogliarlo.


    Edited by itscactus - 28/6/2016, 18:09
     
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    Non ho voglia di dormire, dato che la mia testa è un minestrone di pensieri questa sera. Non ho fatto niente di particolare durante il giorno, ma mentre andavo a letto ho iniziato a ricordare tutto quello che invece desidero cancellare per sempre dalla mia memoria.
    La telefonata. Gli attimi di terrore.
    Per questo motivo mi sono subito alzato dal letto e dopo essermi infilato occhiali e scarpe sono uscito dagli alloggi in pigiama, senza fregarmene più di tanto. Oggi però non ho portato con me le sigarette, perchè l'unico modo per riordinare un po' le idee e schiarirmi la mente è andare in biblioteca a leggere un libro. Le sigarette calmano, ma non aiutano così tanto.
    Non è la prima sera in cui decido di andare in biblioteca e il lato positivo è che è vuota e sempre aperta e quindi non ti devi nemmeno preoccupare tanto del tuo aspetto. E sono sicuro che il mio ora sia terribile: occhiaia accentuate, capelli arruffati, sguardo mezzo addormentato e pigiama. Entro in biblioteca, chiudendo gli occhi per godermi ancora di più l'odore di libri. E nella semi oscurità la biblioteca è ancora più bella. Mi guardo velocemente intorno, assicurandomi che non ci sia nessuno in giro, cosa davvero improbabile, per poi avvicinarmi al primo scaffale e far scivolare velocemente le lunghe dita affusolate su alcuni volumi.
    Ma magari c'è qualche povera anima come il sottoscritto che non riesce a dormire sogni tranquilli per colpa del passato.
     
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    Il signor Bennet era un miscuglio di potenza di spirito, umorismo sarcastico, riservatezza e volubilità così insolito che ventitré anni di esperienza non sono bastati a sua maglie per... sono quasi alla fine del primo capitolo quando sento che qualcuno, o qualcosa, non ho paura dei fantasmi ma non si sa mai, che entra nella stanza. Sento i suoi passi andare verso lo scaffale vicino al mio. Metto una forcina come segnalibro e rimetto piano il libro al suo posto, cercando fare il meno rumore possibile. Allo stesso tempo cerco, in mezzo ai libri che tanto male di scorgere la figura che sta poco distante da me. Potrebbe essere chiunque, persino Elijah, anche se dubito che lui sappia cos'è una biblioteca; il bello è che se fosse lui, e mi devesse in questo stato, probabilmente non proverebbe più a farmi la corte, sebbene l'altra volta sia stato piuttosto simpatico. Ma se non fosse lui e io mi ritrovo a dovermi presentare così? Copelli in perfetto disordine, pigiama tutto spiegazzato e come se non bastasse penso di aver dimenticato di struccarmi. Grazie alla luce fiocca vedo ancora meno di quello che vorrei, e i tanti, ma meravigliosi, libri che separano me e la persona che è entrata poco dopo di me, non riesco a vederla bene. Mi abbasso un po' e riesco a scorgere un paio di occhiali e dietro ad essi dei occhi niente male. Giro un po' il collo per cercare di vedere meglio, ma a quanto pare mi sono dimentica che tra i libri ci stavo mettendo uno bello grosso, almeno in questa edizione, e faccio accidentalmente perdere l'equilibrio di alcuni di questi. Mentre cadono fanno non poco casino e mi ritrovo a mordermi il labbro per non dover imprecare troppo.


    Edited by itscactus - 28/6/2016, 18:09
     
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    Le mie dita si fermano sull'ultimo libro dello scaffale, e lo sguardo cattura le parole incise sul dorso che recitano il titolo del libro: L'isola del tesoro di Stevenson. Uno dei miei libri preferiti di sempre, lo stesso libro che mi leggeva mia mamma e che poi ha iniziato a leggermi mia zia al suo posto. E' da ormai cinque anni che non lo vedo e credo che oggi sia arrivato il momento di provare a leggerlo da solo.
    Sto per prendere il libro tra le mani, quando inizio a sentire alcuni movimenti provenire da dietro allo scaffale dove sono io in questo istante. Inarco le sopracciglia e cerco di alzare la testa verso quella direzione, incontrando due occhi che mi scrutano. Quando vedo cadere alcuni libri dallo stesso scaffale, mi ritrovo davanti a una persona, che non riesco a mettere bene a fuoco per l'assenza di luce. Non me l'aspettavo proprio, infatti mi sono lasciato sfuggire un' imprecazione ad alta voce, che sicuramente la persona di fronte a me avrà colto. Sono certo che si tratti di una ragazza, perchè riesco a distinguere bene i lineamenti molto dolci e una cascata di capelli di un colore indefinito. La mia sorpresa è tanta, non posso negarlo e credo che mi si riesca a leggere anche in faccia. E' che ora non saprei nemmeno cosa dire. Insomma, siamo entrambi mezzi addormentati e ci troviamo in una biblioteca a luci spente nella tarda serata di una domenica sera a studiarci. La situazione è molto strana.
    L'unica cosa che riesco a fare è scrutare meglio la ragazza di fronte a me, cercando di capire che diavolo ci faceva nascosta dietro a uno scaffale a spiarmi. Preferisco non aggiungere altro dopo la mia imprecazione, ma voglio aspettare che sia lei la prima a dire qualcosa.
     
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    Finisco di mordermi il labbro e con un sospiro mi abbasso a prendere i libri che sono caduti e risistemarli, tenendo per me Orgoglio e Pregiudizio. Dopo la gaffe che ho appena fatto devo dire qualcosa. Inizio a camminare verso di lui e resto a circa 1 metro di distanza guardandolo. È più alto di me, e non di poco, ha i capelli disordati, come i miei di sicuro, e indossa anche lui il pigiama. La scena è davvero comica. Io guardo lui e lui guarda me. Ma devo dire qualcosa e dico la prima cosa che mi è venuta in mente, non essendo mai stata in una situazione del genere. Scusa... non mi aspettavo di vedere qualcuno qui...almeno non ora mormoro, come se dovessi essere sicura che nessun'altro ci sia, e non doverlo disturbare. Forse avrei potuto dire qualcosa di meglio, ma al momento non mi viene nulla di più intelligente da dire. Sarà perchè sono mezza addormentata, sarà perchè ho ancora mal di testa, ma davvero il mio cervello più di così non si connette. Spero solo di non rovinare ancora di più la sua serata, potrebbe finire con l'odiarmi e non lo conosco neanche. Okay questo è il sonno che parla, non sono così paranoica. Ma davvero sarebbe brutto se finisse con l'odiarmi. Dopotutto l'ho solo disturbato un pochi, no? Magari se mi presento faccio un'impressione più buona. Io mi chiamo Tamara, comunque


    Edited by itscactus - 28/6/2016, 18:09
     
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    La ragazza decide di sistemare i libri e rimetterli al loro posto sullo scaffale, per poi abbandonare la sua posizione ed avvicinarsi a me, per poi guardarmi. Ora che si è avvicinata riesco a vederla meglio sotto la luce fioca della biblioteca: è una ragazza carina, con i capelli rossicci arruffati e nessuna traccia di trucco in viso. Lo apprezzo, perchè non mi piace molto che le ragazze si trucchino più di tanto. Ma non credo che le ragazze normali escano struccate e in pigiama alle nove per andare a fare un salto in biblioteca. La stessa cosa vale per i ragazzi normali, cosa che io non sono.
    Lei decide finalmente a parlare e a scusarsi, anche se la colpa non è tutta sua. Sono stato io la causa di tutto questo baccano. «Scusa... non mi aspettavo di vedere qualcuno qui...almeno non ora» mi sussurra, come se non volesse più disturbarmi.
    Mi fa tenerezza perchè sembra davvero dispiaciuta, quindi io cerco subito di rassicurarla «Scusami tu, davvero. Mi sono preso solo un infarto e avevo paura mi avresti tirato un libro in testa pensando fossi uno stupratore o un serial killer.» Scuoto la testa, passandomi una mano tra i capelli. Mi stupisco di aver parlato così tanto, di aver formato una frase intera che avesse senso compiuto. Deve essere perchè sono mezzo addormentato e non so cosa sto dicendo.
    Dopo la ragazza si presenta come Tamara e io le rispondo semplicemente dicendole «Brian, piacere mio.»
     
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    Scusami tu, davvero. Mi sono preso solo un infarto e avevo paura mi avresti tirato un libro in testa pensando fossi uno stupratore o un serial killer. dice passandosi una mano tra i capelli. Mi sarebbe di sicuro venuto da ridere, se non fosse che ha appena detto che gli ho fatto venire un infarto. Mi mordo il labbro e faccio una sforia, che non so nemmeno quale senso abbia. Non era mia intezione, e i libri sono troppo preziosi per essere dati in testa ad un criminale qualsiasi. Piuttosto ti aver dato in testa un kindle, quello serve a ben poco, oltre che a sostituire i libri. dico seriamente. Credo vivamente in quello che ho appena detto, anche se non ho la minima idea del perchè io lo abbia fatto, visto che sto parlando in piagiama con uno sconosciuto, bhè, in pigiama. Non critico il kindle, ma mi da molto stastidio che la gente pur di avere il kindle o chissà quale altra tacnologia per leggere libri in digitale si dimentichi, appunto, dei libri. Del buon odore della carta, della strana sensazione che si prova nel toccare un saggio o un libro che ha fatto la storia, che sia di una edizione o di un'altra. Tutte queste cose e altre sul kindle non ci possono essere. Solo il monotono bianco e il monotono nero troppo perfetto per riuscire a leggere davvero.
    Poi si presenta anche lui, con un semplice: Brian, piacere mio. Uhm...qui mi verrebbe il dubbio che gli stia antipatica, e probabilmente ora ho troppo mal di testa affinchè me ne freghi qualcosa, ma so che domani mattima mi ricorderò di questa conversazione e di quanto è stata imbarazzante. O almeno per ora lo sembra.
     
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    La ragazza alla mia risposta si morde un labbro, accompagnato da una buffa smorfia. Poi ribatte «Non era mia intezione, e i libri sono troppo preziosi per essere dati in testa ad un criminale qualsiasi. Piuttosto ti aver dato in testa un kindle, quello serve a ben poco, oltre che a sostituire i libri» facendomi inarcare le sopracciglia. Non so perchè ora si sia messa a parlare di kindle, ma mi sembra giusto il suo intervento e mi sembra ancora più giusto risponderle e iniziare un bel dibattito sulla questione ormai aperta «Hai pienamente ragione, ma devi ammettere che il kindle può essere molto più pratico dei libri. Nulla può sostituire la senzazione del leggere un cartaceo però. E poi i kindle non credo facciano tanto male come guardo il libro che ha tra le mani, per continuare Orgoglio e pregiudizio.»
    Dopo aver chiuso la bocca mi stupisco ancora di più. Sto andando veramente bene questa sera. Ma pensandoci, potrebbe essere che io abbia bevuto un bicchierino di qualcosa prima di venire qui. O almeno così mi pare dal mio comportamento, ma è comunque molto strano. Sono uno che di solito sopporta molto bene l'alcool, ma che evidentemente non riesce a reggere il sonno.
    Mi ritrovo poi a sedermi per terra a gambe incrociate, per invitare Tamara accanto a me per continuare il nostro sensato dibattito con un cenno della mano. Qui in Biblioteca ci sono anche sedie e tavoli, ma è più comodo il pavimento. Non credo riuscirei nemmeno ad arrivare a una sedia, perchè sono più lontane e scomode da raggiungere.
     
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    Hai pienamente ragione, ma devi ammettere che il kindle può essere molto più pratico dei libri. Nulla può sostituire la senzazione del leggere un cartaceo però. E poi i kindle non credo facciano tanto male come Orgoglio e pregiudizio dice e dà un'occhiata al libro che tengo in mano. Probabilmente ridacchierei, perchè la sua precisazione sul fatto che Orgoglio e pregiudizio faccia male è divertente e che sia impossibile da contraddire. Ha perfettamente ragione, io stessa ho un kindle da portare in giro quabdo viaggio, ma se non fosse perchè altrimenti non potrei leggere probabilmente lo avrei già dato in testa a qualcuno. Anche se è poco probabile che io faccia del male a qualcosa che non sia una mosca o qualche strano insetto. Brian si siede a terra con la schiena appoggiata allo scaffale e mi invita a sedermi vicino a lui. Faccio come mi chiede e mi siede accanto a lui. Dopotutto che male c'è sedersi con uno sconosciuto dietro a un paio di scaffali con la luce fiocca della libreria e i pigiami addosso? Nessuno appunto.Peró La Storia Infinita batte Orgoglio e Pregiudizio, è molto più grosso come libro. Quello decisamente non mi dispiacerebbe darlo in testa a qualche serial killer, se proprio devo. dico. Ma ho bevuto qualcosa stasera? Visto che ci sono, perché non gli dico anche chi è mio padre?
     
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    scusa se ti ho risposto solo ora, ma avevo preso una pausa con Brian^^
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    Ridacchia alla mia affermazione, poi si siede accanto a me, appoggiandosi allo scaffale dietro di noi. Se entrasse la bibliotecaria in questo preciso istante penserebbe davvero male: due ragazzi in pigiama chiusi in biblioteca, con le luci appena accennate che ridono e scherzano come dei deficienti. Due domande se le farebbe e me le farei anche io se fossi in lei, poi ci caccerebbe definitivamente da qui.
    Peró La Storia Infinita batte Orgoglio e Pregiudizio, è molto più grosso come libro. Quello decisamente non mi dispiacerebbe darlo in testa a qualche serial killer, se proprio devo risponde mentre mi viene perfino da ridacchiare. Brian McQueen che sorride, wow, mi mancava proprio, questa. Si vede che entrambi siamo poco sobri e mezzi addormentati. Potrebbe essere lei la serial killer e io ci sono di fianco a ridere. Ma ho capito che va così questa sera.
    La Storia Infinita eh, un classico. Ho odiato davvero tanto quel libro, sarebbe molto utile tirarlo in testa a qualcuno e sicuramente la preferirei come cosa, piuttosto che leggerlo un'altra volta le rispondo, mentre penso a quando ho letto quel libro. L'ho odiato a morte, ci ho messo qaulcosa come due mesi a finirlo. Il film poi è osceno: non ha niente a che fare con il libro e si vede che è vecchiotto, perchè gli effetti speciali sono penosi. Spero che anche a lei non piaccia, perchè inizieremo un dibattito anche su questo argomento e ne forei volentieri a meno.
     
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    have you ever seen a penguin drinking tea?
    Come disse il castello di sabbia "onde evitare"

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    Ballynamire Equestrian Stable, ovviamente!

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    La Storia Infinita eh, un classico. Ho odiato davvero tanto quel libro, sarebbe molto utile tirarlo in testa a qualcuno e sicuramente la preferirei come cosa, piuttosto che leggerlo un'altra volta dice lui e io quasi scoppio a ridere. Ma mi trattengo dal farlo. Sarebbe troppo strano se qualcuno sentisse nel cuore della notte due ragazzi ridere nella biblioteca. Nei film di solito i due ragazzi ridono per un motivo ben diverso da quello che sta facendo ridere me ora.
    A essere sincera anche io odio tantissimo la Storia Infinita. Ce l'hanno data al primo anno di liceo da leggere, ma appena l'ho preso in mano e ho iniziato a leggere ho pensato "no io mi rifiuto di continuare questo libro". Così davanti agli occhi del nonno lo leggevo e prendevo appunti sul bordo del libro, mentre in realtà disegnavo vestiti... rispondo. Ricordo che quando lo scoprì si mise scoppiò subito a ridere, senza arrabbiarsi nemmeno un po'. Non capii il perché, finché qualche mese più tardi, cercando un bel libro da leggere nella biblioteca della casa agli Hemptons(da rivedere come si scrive), non trovai un libro dal titolo strano, "il signore delle mosche", e appena lo aprì vi trovai un mucchio di disegnini di vestiti, gioielli e scarpe. Alcuni di quei vestiti li ho visti realizzati quindi ci ho messo poco per collegare le due cose: anche mio padre quando odiava un libro faceva come me. Ma si sa come si dice, tale padre, tale figlia.
     
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