One Night

Devo ammettere che il viaggio non sia stato poi così lungo, visto che ho passato gli ultimi due giorni nella contea del Carlow. Non so perché, ma avevo nostalgia di Oliver e, visto che dopo il college lui ha deciso di ritornare nella sua terra natia, lasciando Dublino, mi è sembrata l'occasione perfetta per andare a trovarlo. Probabilmente è per questo che sono così stanca ora. Abbiamo passato tutta la notte in un nightclub ieri e poi, anche tornati a casa, non abbiamo dormito molto. Non lo vedevo da un anno oramai, tra il mio trasferimento a Londra e tutto il resto. Ancora mi sembra stranissimo essere nuovamente in Irlanda, ma credo sia la scelta migliore per me. Almeno qui non devo fingere di avere l'accento inglese - ammettiamolo, sembra così provinciale quello irlandese quando ti trovi sotto il governo della regina - e se mangio patate schiacciate a colazione nessuno può guardarmi male. Forse sì, sarò più "provinciale", ma quando sono qui in Irlanda siamo tutti così. Solo qui mi sento realmente a casa. Il bus procede abbastanza lentamente, viste le strade sconnesse che ci sono da queste parti. Ho già dovuto cambiare due bus dalla casa del mio amico, ma questo è l'ultimo. Certo, poi dovrò fare qualche metro a piedi, ma è sempre meglio che pagare un taxi, questo è sicuro. Estraggo dalla mia borsa il piccolo specchio, che uso per controllare che il mio makeup sia intatto. Non sono una fan del trucco, ma ogni tanto un po' di ombretto e di mascara lo metto, giusto per far risaltare i miei occhi verdi un po' di più. Osservo il panorama dal finestrino, rimettendo a posto il piccolo oggetto e mi appresto a premere il pulsante di "stop", visto che il conducente mi fa cenno con la testa. Gli ho chiesto se fosse possibile avvisarmi una volta vicini a Ballynamire e così ha fatto. Sarà che questo è l'ultimo bus della giornata, ma è quasi vuoto. Ci sono un paio di donne anziane sedute all'altro lato, ma nessun altro. Ed io che speravo di incontrare qualcuno di carino che potesse tenermi compagnia.
Sbuffo sonoramente, prendendo il trolley che ho posizionato sul sedile accanto al mio ed appoggiandolo a terra. Il bus si ferma, ed ringrazio l'autista, scendendo. Il mio bagaglio è discretamente leggero, credo sia perché i miei abiti sono tutti piuttosto striminziti, non occupano molto spazio. "Bene, ora non mi resta altro da fare che seguire le indicazioni per Ballynamire" penso, iniziando a trascinare il trolley per la strada. A quanto pare sono a Forest Lower in questo momento, almeno secondo ai cartelli... mi auguro non ci voglia troppo per arrivare.

L'unico suono udibile in questo momento è quello delle ruote del mio trolley sulla ghiaia ed è anche un suono piuttosto fastidioso. Oramai sto camminando da quasi quindici minuti e, finalmente, sono riuscita ad arrivare al cancello di Ballynamire. Sono quasi sorpresa dal fatto che io non mi sia persa, ma attribuirei questo ai cartelli ed al navigatore sul mio cellulare, che avevo impostato prima di lasciare il bus. L'ho guardato solo una volta, per accertarmi di essere nella direzione giusta. Sono abbastanza stanca di mio, non ho certo voglia di camminare in giro inutilmente. Ci metto cinque minuti buoni prima di arrivare al piazzale e non posso fare a meno di fermarmi, per guardarmi intorno. Mi aspettavo una struttura moderna, visto che il college è stato aperto negli ultimi anni, ma a quanto pare mi sbagliavo. Ammetto di non essermi informata troppo sul posto, ma visto che sono stata richiamata subito dopo aver lasciato il mio curriculum via mail, non ho trovato alcuna motivazione che mi spingesse ad interessarmi ulteriormente. La mia attenzione viene catturata da un ragazzo, unica persona presente nel piazzale. E' tranquillamente seduto su una panchina e mi sta fissando. Mi limito a ricambiare lo sguardo, dato che sono ancora ferma. «Non è che ti andrebbe di darmi una mano?» domando, con il mio classico sorrisetto. Spero sia disposto almeno ad indicarmi la strada per gli alloggi.

C'è una breve pausa tra la mia domanda e la sua risposta, e non è difficile intuire che lui stia pensando se sia il caso di aiutarmi o meno. «In realtà no, non mi va. E poi sei sexy quando arranchi sulla ghiaia trascinandoti dietro un valigione» commenta, con un accento decisamente non irlandese. Okay, il suo aspetto poteva essere un chiaro indicatore del fatto che non fosse del luogo, vista la carnagione olivastra - per quanto mi sia possibile vedere grazie agli ultimi bagliori del tramonto e alla luce dei lampioni già accesi - e gli occhi scuri. Se dovessi indovinare direi Italiano o Spagnolo, per via delle lettere che marca mentre parla. Non è una cosa facilmente modificabile e, devo ammetterlo, ha proprio un certo fascino. Se aggiungiamo a quello i suoi lineamenti, la postura ed il suo corpo - da quanto mi sia possibile giudicare attraverso i vestiti - direi che non è proprio niente male. «Sono certa di essere molto più sexy in altre situazioni, ma a quanto pare sei uno che si accontenta di poco» lo provoco leggermente, come mio solito fare con i ragazzi. Dopo il primo paio di battute solitamente non mi faccio più alcun problema a rimuovere completamente i sottintesi e a parlare senza peli sulla lingua, ma per ora sono certa basti così. «Di un po’, perché non ti sei fatta portare più avanti dal taxi? Non che la vista di te sudata mi dispiaccia eh» domanda poi, con aria leggermente saccente. «Si vede che non sei della zona; noi Irlandesi prendiamo i bus, non i taxi» replico, ignorando volutamente la seconda parte della sua frase, ma cogliendo ovviamente l'allusione. Niente male come inizio.

«Dammi un paio d’ore e un posto riservato, e prometto di dimostrarti che non sono affatto uno che si accontenta» commenta il ragazzo, ammiccando e spostando lo sguardo dal mio volto al mio décolleté. Schiocco le dita davanti al mio petto per fargli alzare lo sguardo, non tanto perché la cosa mi infastidisca, ma per dare fastidio a lui. Insomma, va bene tutto, ma deve almeno pagarmi da bere prima. Portare la mia valigia mi sembra un favore troppo piccolo, a questo punto, per quanto la cosa possa tentarmi. Il fatto che non mi trovi a Londra aiuta parecchio, comunque, perché bene o male nei club che frequentavo lì era sempre pieno di personaggi famosi e, dopo il cantante con cui sono andata a letto, ho deciso di evitare chiunque sia minimamente famoso. Fortunatamente qui non avrò di questi problemi. Sono finita su riviste di gossip per ben due mesi, perché tutti erano alla ricerca della "ragazza misteriosa". Certo, idiota anche lui a scrivere per me una canzone, subito dopo. Okay, ammetto che la canzone mi sia piaciuta, è anche la mia suoneria al momento, ma non è stata una mossa astuta da parte sua. «Gli irlandesi non erano rossi, una volta? Non è che sei taroccata tu?» domanda poi, provocandomi a sua volta. Oh no, toccami tutto ma non la mia nazionalità. «Non credo ci possa essere persona più irlandese di me qui intorno, tesoro. E se mi vuoi mettere alla prova, sono disposta a stracciarti a Hurling o a Football gaelico, ma scommetto tu sia uno studente qui, per cui sarai un maniaco dell'equitazione.» ribatto, seriamente infastidita dalle sue insinuazioni, sebbene fossero fatte scherzosamente.

«Hur … ma che razza di nomi date alle cose in questo posto? Sono impronunciabili!» commenta il ragazzo, e, nonostante abbia messo in dubbio il fatto che io sia irlandese - cosa a cui tengo molto - non posso fare a meno di ridere leggermente, vedendo la sua difficoltà nel pronunciare parole per me banalissime. Mi verrebbe voglia di buttare lì qualche frase in gaelico, visto che ho frequentato una delle poche scuole che insegna totalmente in quella lingua, ma lascio perdere. Già, i miei genitori hanno avuto la geniale idea di non farmi studiare in inglese, sebbene quella fosse l'unica lingua parlata in casa mia. Pace, non sarebbe cambiato molto in ogni caso, anche le scuole "normali" qui sono solamente femminili o solamente maschili, non mi sarei potuta divertire comunque. «Dai vieni, ti porto agli alloggi» commenta poi, ed io annuisco. «Tutta tua» dico poi, indicandogli la valigia che ho accanto a me. Oh, se ho un ragazzo di fianco non ho alcuna intenzione di sforzarmi e portare la valigia. Dovrà pur rendersi utile in qualche modo, no? Non sono certa di volermi presentare, rende le cose molto più interessanti non conoscere i nomi, ma mi sentirei anche un po' in colpa, visto che si tratta della prima persona che ho incontrato qui. «Sono Ellie, comunque» decido di dire infine, più per educazione che per altro.

Il ragazzo prende la valigia senza alcun problema e inizia a camminare, apparentemente incurante che io lo segua. Devo ammettere di essere parecchio stanca, specialmente dopo aver fatto il tragitto a piedi, ma almeno ora non ho nulla da trascinarmi dietro. «Spero che tu non ti riferisca solo alla valigia» commenta il ragazzo, ovviamente facendo un'allusione. Alzo gli occhi al cielo. «Qualcuno è seriamente in astinenza, a quanto vedo» commento, divertita. «Ma possiamo riparlarne una volta che avrò sistemato la valigia nella mia stanza... e solamente se tu hai degli alcolici nella tua.» aggiungo subito dopo, chiarendo le cose immediatamente. Ci fermiamo poi davanti a quella che direi essere la reception, a giudicare dalle chiavi appese sulla parete. «Ander, piacere.» si presenta il ragazzo a sua volta, stringendomi la mano per qualche istante. «Immagino tu vada a cavallo» aggiunge poi, ed io alzo un sopracciglio. Ho l'aspetto di una che va a cavallo?! Lo prendo quasi come un insulto. «Per l'amor del cielo, no! Sono appena stata assunta qui come cameriera» spiego, non dando alcun altra informazione, specialmente visto che anche io non so poi molto riguardo a dove dovrò lavorare di preciso. Diciamo che ho accettato questa avventura a scatola chiusa, spero che la mia scelta sia stata quella giusta.

«Guardami attentamente … ho il fisico di qualcuno che rischia l’astinenza? Semplicemente ho voglia di farmela con te. E si, potrei avere degli alcolici in camera … ma io non do mai niente per niente, qualcosa per me devi fare se vuoi un po’ del mio prezioso alcool» commenta il ragazzo, con la massima tranquillità. Sorrido con fare malizioso, visto che non ci vuole un genio per capire cosa voglia in cambio. «Affare fatto» replico semplicemente, prima di passare la lingua sulle mie labbra, continuando a tenere lo sguardo puntato verso di lui. Oh sì, prima notte qui e non dormirò neppure nella mia stanza... non potevo immaginare uno scenario migliore. Perché, andiamo, quello che ha appena detto lui è assolutamente vero. Con il fisico che si ritrova non è molto plausibile il fatto che sia rimasto in astinenza a lungo. «Eccitante … hai già la divisa?» domanda poi, ed io rido leggermente. Questa domanda non me l'aspettavo, onestamente. «Purtroppo no, ma potrei, ipoteticamente, avere un abito da infermiera sexy nella mia valigia» commento, prima di seguire il cenno della testa che mi ha appena fatto ed andare verso la reception, dove ci metto un paio di minuti per ottenere le chiavi della mia stanza. Ritorno, così, da Ander. Insomma, se mi porta la valigia fino alla stanza potremmo andare diretti nella sua, subito dopo. Non vedo perché perdere altro tempo, a questo punto.

«Allora, camera numero? Ho una gran voglia di alcool su» commenta il ragazzo, che sembra particolarmente impaziente dal momento in cui gli ho detto dell'abito nella mia valigia. Sorrido, divertita, prima di guardare il numero sulle chiavi. «Numero 1» commento, mentre seguo le indicazioni per la stanza che mi sono state fornite dalla receptionist. Il ragazzo si sta occupando della mia valigia, quindi di quella non mi preoccupo minimamente. Non sono neppure certa di voler aggiungere altro, dato che l'atmosfera è così carica di desiderio... sì, decisamente un ottimo primo incontro a Ballynamire. Nonostante tutto, però, non cammino a passo troppo svelto, per non farmi vedere impaziente. I ragazzi odiano il dover aspettare di solito, e questa è una delle parti più divertenti, invece, il prolungare l'attesa. Che poi, in ogni caso, entrambi sappiamo come si concluderà questa serata, quindi anche se gli tocca aspettare un po', sa di ricevere una giusta ricompensa per questo. Con la scusa che mi dovrò cambiare, una volta giunta nella sua stanza - visto che non percorrerò certo il corridoio con quella mise addosso - lo farò penare un po'. Sono certa, però, che ne varrà la pena. Insomma, si tratta di lingerie semitrasparente con l'aspetto di una divisa da infermiera, non esiste ragazzo al mondo che non la apprezzi su di me.