scaricare la tensione

Ah la palestra, che bella guardo intorno a me il grande ambiente, bello e luminoso. Icy è un po’ stanco dopo l’allenamento di ieri, non lo voglio forzare quindi preferisco allenarmi qui. Dopo la litigata con Josh mi devo sfogare e la mia attenzione, infatti, viene quasi immediatamente catturata da un sacco da boxe, ci farò un pensierino. Mi dirigo inizialmente verso i tapis-roulant, estraggo dalla tasca dei pantaloncini l’ipod con le cuffie già attaccate e con “magic” di sottofondo comincio a correre.

Sto ancora correndo in salita, mi ricordo di quando, nel periodo in cui ero a casa, mi sevgliavo alle cinque e alle sei ero pronta per il mio “jogging mattutino” ero solita andarci con mio fratello ma non sempre intendeva scollarsi dal letto.
Con ancora gli auricolari nelle orecchie faccio un nodo, tentando di non cadere rovinosamente, alla maglietta così che non sbatta contro l’addome; sono accaldata ma ho voglia di andare più veloce, poggio la mia mano sui tastierini, ma i miei pensieri su quanto aumentare la velocità della mia corsa vengono interrotti da una ragazza alta e, questo è il primo particolare che noto, con dei lunghi capelli color rosso fuoco. Elegantemente si avvicina al tapis roulant di fianco a quello dove mi sto allenando, così per non essere scortese e per la mancanza di fiato, rallento e continuo con una camminata. Allegramente e sorridendomi mi saluta e contraccambiando il sorriso mi volto verso di lei e mi presento:”buongiorno anche a te! Ehm sono Azzurra, piacere!”

Kallista… è un nome molto particolare eppure credo di averlo già sentito da qualche parte qui a Ballynamire, ma sarà sicuramente una mia sensazione. La ragazza di fuoco dopo un vano tentativo di corsa si ritrova a terra, preoccupata che si possa esser fatta male scendo agilmente con un salto dalla macchina e mi avvicino a lei per aiutarla e capire se si sia fatta male ma senza proferire parola si alza massaggiandosi la parte colpita con una leggera smorfia di dolore sul volto.
Guarda la “macchina assassina” con uno sguardo misto a terrore e disprezzo, mi contengo e non le rido in faccia per evitare di sembrare scortese per quanto il contesto, a mio parere, sia esilarante, comunque sorridendole e cercando di non sembrare una morta senza senso dell’umorismo penso a qualcosa per sdrammatizzare ma lei fulminea mi chiede e con la sua voce squillante interrompe gli schemi mentali che il mio cervello aveva creato chiedendomi: ”Vieni spesso qui?” porto le mani sotto le costole e stringo il nodo precedentemente fatto poi ridacchiando rispondo:”in realtà in quasi due mesi è la prima volta che metto piede qua dentro, mi piace lo sport in generale ma sonoo molto pigra! E tu invece? Corri spesso?” le alludo sorridendo alla caduta di prima A proposito ti sei fatta male? Chiedo davvero preoccupata invece che si sia in realtà fatta davvero male.

Buttandola sul ridere Kallista mi fa capire che non si è fatta nulla, ne sono sollevata e perciò dopo aver riso alla sua battuta mi dirigo verso un armadietto esattamente opposto alla nostra attuale posizione e le faccio segno di seguirmi.
Due mesi?Nuova di qui? Mi chiede ed io subito dopo aver estratto le chiavi date dalla segreteria dalla mia tasca le rispondo sorridendo tra me e me mentre un riccio ribelle scappato dalla crocchia è proprio davanti ai miei occhi:”si beh sono nuova ma comunque mi sono fatta un’idea e i miei se mi vogliono far tornare a casa dovranno, come minimo, offrirmi una villa enorme con almeno 20 gatti, almeno 10 cani, almeno 30 cavalli e un botto di altri animali per non parlare di pesci, tartarughe, criceti, galline, mucche… PICCIONI! Io adoro i piccioni sono così dolci! Dico partendo per la tangente con gli occhi sognanti prendendo poi un lungo respiro, nel frattempo apro l’armadietto e in mezzo ai vari articoli sportivi trovo quello che cercavo: un paio di guantoni da boxe, mi giro verso Kallista e le chiedo:”Che ne dici? Ci prendiamo un po’ a pugni?”

Nella mano sinistra tengo due guantoni verdi, con la destra chiudo l’armadietto e ricaccio la piccola chiavi nella tasca dei pantaloni, mi infilo soddisfatta questi palloni, molto pesanti peraltro, verdi strambi alle mani e trascino Kallista nell’area da combattimento. Oddio,ma io non son capace!Bon,vorrà dire che improvviserò! Rido fragorosamente per poi controbattere con finta serietà allora ti sfracellerò! Il mio allenamento consiste in lunghe lotte con mio fratello che sarebbe un bisonte di tre anni più grande di me alto circa due metri, è... un orsacchiotto! Continuo facendo il labbruccio e una faccia intenerita. Ero entrata in palestra con l’idea di prendere a pugni un sacco fino a romperlo definitivamente ma non mi sembra il caso di applicare le mie intenzioni sulla povera Kallista, quindi dopo aver riso per le sue mosse assurde da boxer provo ad attaccarla cercando di non far male a nessuna delle due; quindi mi avvicino calcolando gli ipotetici tempi di reazione, le variabili di un incontro di pugilato, i possiibili punti deboli dell’avversario e poi AHAHHAHAHAHAHAHHAH mi metto a ridere come una mongoloide mentre Kallista sta ancora saltellando. Non ce l-la faccio lo dico cercando di contenermi ma le risate non accennano a smettere, perciò mi rassegno e mi butto sul pavimento in balia della mia pazzia.

Guarda,sono una polpetta!
…
…
WTF?! Sono ancora scioccata e ridendo l’aria nei miei polmoni si fa sempre di meno, mi devo tranquillizzare o finirò soffocata come insegna 1000 modi per morire, mio compagno di vita da quando ero in fasce. Affondo la faccia nei tappetini dove poco prima “lottavamo” ma con faccia schifata mi rimetto a sedere e quasi urlo: ”Puzza di piedi! Gioiuzze esiste il sapone” Non mi riprenderò mai da questa mattinata!
Facendomi forza con le braccia mi rimetto come homo erectus insegna anche se sono talmente stanca che sembro più che altro una scimmia dello Zimbawe.
Aw ma che carine le scimmiette!
Mutati!
Non credo che esista questo verbo sai…
Bella che vuoi che ti dica sto per vomitare l’intestino se ti mettesti da parte mi faresti un favore.
Mettesti è grammaticalmente sbaglia...
BASTA!
La mente che meraviglioso mistero e che gran rottura di scatole! Porto la mano destra ai capelli per scompigliarli e ripongo i guantoni nell’armadietto. E ora che si fa? Eh eh? Daaaiiiiiii mamma mammaaaaa che facciaaaaaaaamo? Dico con una vocina acuta a Kallista e facendo una ffaccia di rincretinita.