Vedo la cavalla di Eugenia agitarsi e mostrare attenzione per un grande cancello alle nostre spalle,ma non ci faccio molto caso.Sono più affascinata,almeno per ora,dalle parole della sua padrona:Posso solo immaginare quanto tua sia felice e contemporaneamente emozionata. Per me Delilah è stata un vera sorpresa, non avevo la più pallida idea di come fosse!Mi sento stranamente sollevata a quelle parole,ma cerco comunque di sforzarmi e di cercare di ricordare qualcosa di più su di lei.
Se non sbaglio si chiama Sweetie Silence.Bello come nome,no?Anche se aveva il manto bianco,ha qualcosa di tetro,qualcosa che si può adattare alla parte più iquieta e nascosta di me.Sorrido mentre vedo che tutte e tre ci stiamo girando vero il cancello aperto e guardiamo il piccolo camioncino bianco cammnare lento verso di noi.Sento un cane abbaiare e un ticchettio di artigli sul selciato.
Fen si lancia su di e comincia a leccarmi tutta la faccia.Comincio a ridere e dico alla mia nuova amica:Eccolo,il mio Fen.Il cane pone subito la su attenzione sulla giumenta,avanzando lentamente,con un uggiolio.

Improvvisamente sento abbaiare lontano.Impossibile confondersi quando si ha passato una vita intera con uno stesso cane.Fen sta arrivando da me,ne sono certa.In ogni caso,non è questo l'importante.Il rumore si sta facendo sempre più vicino e sempre più intenso,quasi da coprire la voce di Eugenia.Ma ho capito perfettamente la sua domanda:Non vedo l'ora di conoscere Fen e il tuo futuro cavallo.. sai già qualcosa su lui o lei?Mi sposto una ciocca di capelli e rispondo:So che è una lei e che ha il pelo chiaro.Bianco o grigio,suppongo.Rido in maniera nervosa.No,non sapevo molto sul mio nuovo amico....

Quindi per un periodo della tua vita hai vissuto in Alaska? Che bello. Io adoro i cani!Improvvisamente penso a Fen.Le sarebbe di certo piaciuto!Mi aggiusto il lembo della maglietta e rispondo:Si,andavo con i cani a fare le ronde contro i lupi e quelle mansioni lì.Ma la cosa più bella era l'addestramento alla slitta! All'improvviso sento un rumore di motori e uno strisciare di gomme;è ancora piuttosto lontano,ma in una decina di minuti sarebbe stato davanti a noi.E dietro di quello trotterella il mio Fen.Lo so.Così le dico:Ne ho ancora uno di cagnolone,Si chiama Fen e sarà qui a momenti,assieme al cavallino,ovviamente.Spingo molto sulla parola "cavallino"per far uscire l'euforia.

La guardo,piegando appena la testa di lato.Penso che abbia degli occhi davvero molto belli,sinceri quasi quanto quelli del suo cavallo.In ogni caso,la sento parlare di nuovo:Tranquilla, qui sono tutti molto gentili e simpatici. Presto ti ambienterai.Chissà perchè, ma penso che anche lei si sia ritrovata nella medesima situazione,perciò le sorrido e rilasso le braccia.Sembra molto carina.Forse il mio pregiudizio sbagliava....In ogni caso,scaccio un piccolo nugolo di zanzare ch vola vicino a noi con il dorso di una mano.Sò che darebbero fastidio al cavallo,altrimenti.
Quello muove la testa su e giù,masticando il morso nervosamente e sollevando un po' di polvere con gli zoccoli.Gli sorrido di nuovo e riporto l'attenzione su Eugenia:Immagino che tu stia aspettando il tuo futuro cavallo.. .Lascio passare qualche secondo di silenzio e rispondo:
Si,si sì!Dovrebbe arrivare qui proprio a momenti.La ragazza sembra sorridere e incalza con un'altra domanda. che tipo di monta pratichi?Ci metto un attimo ad assimilare la domanda,ma è naturale che la voce esca con un:
Monta americana...Da poco però.Qualche anno,prima non ne ho avuto la possibilità....Ho paura di esporre la mia situazione economica con una sconosciuta,quindi con fluidità continuo:Perchè aiutavo mio padre in Alaska con i suoi cani.Forse in futuro le avrei detto la finedella storia.
Mi avvicino al cavallo e gli accarezzo il muso vellutato,perdendomi nei suoi occhi per qualche minuto,poi mi rimetto nella posizione da colloquio,proprio davanti a lei.

I rumori diventano sempre più forti e decido di concentrarmi su quelli,prima di girarmi di scatto.Che faccio?Lo faccio?Si,si lo faccio! penso mentre strizzo intensamente gli occhi.Poi,come mi ero impartita,mi volto e vedo davanti a me due creature,due creature insolite a loro modo.Una ragazza,parecchio più alta di me,dalla pelle chiara e punteggiata di graziose lentiggini.Ammetto però che quello che mi ha colpito di lei sono i suoi capelli:sebenne composti e ordinati,presentavano a primo impatto un animo selvaggio,come quello delle driadi irlandesi.Di fatto,anche le onde e il colore rosso suggeriscono questa orgine,ma decido di non fare gaff e mi concentro sul suo cavallo. Un animale grande ed elegante,dal color cioccolato intenso e dai grandi e curiosi occhi neri.Mi sforzo di sorridere e sento lo scampanellio della voce della ragazza raggiungermi con queste parole:Benvenuta qui a Ballynamire! Io sono Eugenia e lei si chiama Daisy Mama, ma mi piace chiamarla Delilah.Ora sorridere mi risulta più facile,e le rispondo:
Ciao,Eugenia...Giusto?Io sono Elspeth,Elspeth Blackwood.Faccio una pausa e con un leggero inchino mi rivolgo al cavallo che porta a mano:
E salve a lei,Delilah.Impossibile per una come me non riconoscere il titolo di quella canzone.Poi,per non peccare di scortesia,torno a rivolgermi alla mia ninfa dai riccioli di fiamma:
Ti ringrazio per il benvenuto,ammetto....sono un po' spaesata.

E' il mio primo giorno.Primo giorno di quanti?Forse sarebbe stato il primo e l'ultimo,forse il primo di altri mille e mille giorni.Ma sò che perdermi in questi pensieri non sarebbe servito a nulla.Così dico lentamente a me stessa:
Elspeth,El...Ora devi andare.Sicuramente quel signor cavallo che la mammina ti ha preso starà arrivando. Dopo di ciò mi precipito con la sportina del supermercato dentro ad un porta che presenta a caratteri cubitali "Toilette" e un disegnino di una donnina rosa sotto di essa.
Mi lancio dietro una delle porta e comincio a spogliarmi.Avevo sempre saputo che la camicetta di lino e la gonna a balze non andavano affatto bene.Così indosso un comodo paio di pantaloni che a mio parere vannp bene per cavalcare,e una maglietta a mezza manica,a righe orizzontali rosse e crema.Calo degli stivaletti alti,nero intenso con delle piccole borchie nere e infilo i panni eleganti con fretta e furia nella sportina.Lego i capelli con un elestico scadente ed esco finalmente dal bagno.Correndo mi piazzo al centro del piazzale-perdonatemi il gioco di parole- e inalo l'adorabile odore di avena,di cavalli e di paglia.E' sera,sera tarda e la luce era violacea.Incredibile come tutto attorno a me fosse oscuro.Ma il cavallo veniva da lontano,e avrei dovuto aspettare che arrivasse.Ringo li,con le braccia conserte,ad aspettare ed ad ascoltare i nitriti,quando un frettoloso rumore di passi e un'ombra nera si avvicinano me.