Riapertura

20.07.2018 - pomeriggio [aperta a tutti]

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  1. myricæ;
     
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    :alec:
    La ragazza dal viso angelico decide finalmente di presentarsi qualche secondo dopo di me. Non posso fare a meno di pensare al suo nome, incredibilmente strano. Non l'ho davvero mai sentito e non ho la più pallida idea della nazionalità della ragazza, dato che l'accento non mi fa pensare a niente in particolare. «25. Scommetto una bevuta che non hai più di 25 anni»
    Hai ritrovato la parola? Domando mentalmente accigliandomi. Lascio passare qualche secondo, soffermandomi sul suo volto: Non capisco se voglia attaccare bottone o semplicemente mettersi in mostra - tipico delle ragazza - davanti a tutti.
    «Direi che ti è andata bene.» Commento semplicemente. «25 appena compiuti» concludo, spostando la borsa con i vestiti più vicino a me con un semplice gesto della gamba.
    A quanto pare dovrò offrire da bere ad una perfetta sconosciuta - non che la cosa mi dispiaccia, eh - ma prima di farlo voglio capire le sue effettive intenzioni. Non mi piacciono le ragazze misteriose, non ho il tempo - e neanche la voglia - per capirle.
    Le ragazze estroverse sono decisamente meglio: Non è difficile capire cosa vogliano o chi siano.
    Quella straniera è troppo complicata, anche solo all'apparenza.
    «E io scommetto una bevuta sul fatto che non sei nè inglese nè americana.» Direi che abbiamo pareggiato i conti.
     
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    Fujoshi

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    :jensen:
    Nel frattempo che stiamo qui a chiederci chi sia nuovo e chi no si aggregano tre ragazze e due ragazzi.
    Una di loro è rossa ed arriva come una superstar con addirittura l'autista ad aprirle la portiera, l'altra bionda si nota che non è né inglese né americana come dice appunto Alec dopo essersi scambiati qualche parola e battute e l'ultima mora si nota essere molto timida visto che saluta solo con un leggero Buongiorno.
    A parte Alec che si vede, è la festa in persona, l'altro ragazzo con molti capelli ricci dice di chiamarsi Daniél, sicuramente è francese visto il suo accento.
    Io sono Jensen e non è la prima volta per me qui, se avete bisogno di qualcosa o di qualche direzione potete pure chiedere a me, vi aiuterò. dico rivolgendo un sorriso sincero alle ragazze, in qualche modo devo attaccare bottone, sembro uno stupido visto che sono arrivato senza neanche presentarmi.
    Per quanto riguarda i ragazzi vorrei che prendessero una cartina e la utilizzassero, ma ahimè devo farmi qualche amico perciò.
    Ovviamente aiuterò anche te Daniél se ne hai bisogno. Alec, Nathan sono sicuro che voi sappiate bene dove siete e dove andare.
    Finita la frase faccio un sorrisetto leggero, devo dire che mi piacerebbe avere come amico Alec sono sicuro che con chi conosce bene sa essere molto più soft e che non tenga sempre quell'aria da duro.
    Abbiamo tutto il tempo per fare conoscenza e di sicuro non sprecherò il mio adesso visto che siamo in mezzo a molte più ragazze. Però non vorrei nemmeno fare la figura dello stupido che cerca solo di flirtare. Appoggio lo zainetto a terra e controllo l'orario, deve sicuramente arrivare ancora altra gente siamo troppo pochi.



    :lydia:
    Quando saluto e mi presento non mi calcolano molto, il ragazzo che dice di chiamarsi Alec si vede che conosce bene il posto e che non gliene frega molto degli altri, sembra quasi aspettare qualcosa di divertente e a me piace divertirmi. Nel frattempo prendo il telefono è mando un messaggio a mia madre ringraziandola per avermi trattato come una ragazza normale, poi mando un messaggio a mio padre scrivendogli di voler assolutamente un regalo di scuse per tutto ciò.
    Dopo di lui una ragazza al mio fianco si presenta a tutti con il nome di Sigrid, particolare non ho mai sentito un nome del genere. Non faccio in tempo agirarmi che Alec si esprime.
    E io scommetto una bevuta sul fatto che non sei né inglese né americana.
    MI rigiro velocemente e la scruto: Capelli mori, carnagione chiara, occhi celesti, labbra carnose, ricci ribelli e pelle marmorea, si vede che ha qualcosa di rumeno. Infatti mi rivolgo ad Alec con un sorriso, togliendo gli occhiali e riponendoli in borsa.
    È Rumena, o almeno, per la metà lo è sicuramente.
    Riposiziono gli occhi sul ragazzo fissandolo intensamente mostrando con la luce del sole davanti a me, tutto il verde di essi. Volto la testa verso la ragazza e le faccio un grosso sorriso.
    Paenitet se ho sbagliato, non sono molto brava con le fisionomie.
    Dopodiché torno a guardarmi intorno, non ho trovato ancora qualcuno che mi aggrada,come amico o amica intendo.
     
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  3. Winki
     
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    :sigrid:
    Alec sembra sorpreso dal fatto che io abbia parlato, e assume un'espressione leggermente accigliata. Dopo qualche secondo si degna di rispondere, senza alterare il tono della voce.
    "Direi che ti è andata bene."
    Inizia, e io accenno un altro sorriso, malizioso ma non troppo.
    "25 appena compiuti"
    Conclude poi, mentre sposta il suo borsone.
    Brava Sigrid, ora un ragazzo affascinante e stronzo ti deve una bevuta; contenta?
    Ogni tanto mi picchierei da sola quando mi vengono certe idee malsane. Non sono fatta così, non sono una che attacca bottone in mezzo a una calca di sconosciuti.
    "E io scommetto una bevuta sul fatto che non sei nè inglese nè americana."
    Commenta poi, andando a colpo sicuro; Capisco che non sei in vena di una bevuta, quindi... O forse sono troppo fredda io. Ma poco importa, non ci tenevo a quella bevuta, dovevo capire semplicemente che tipo è questo misterioso (o forse non troppo) Alec, per poi attaccare in un secondo momento.
    Nel frattempo la rossa che si era avvicinata mi scruta per qualche istante, e si esprime, fissando intensamente il moro.
    "È Rumena, o almeno, per la metà lo è sicuramente."
    Centro. Brava la ragazza.
    "Paenitet se ho sbagliato, non sono molto brava con le fisionomie."
    Sorrido senza troppo entusiasmo, guardando un po' lei un po' Alec, per poi rispondere.
    "Direi che siamo pari"
    Mi rivolgo prima al ragazzo, guardandolo negli occhi per qualche momento, cercando di sostenere il suo sguardo penetrante di ghiaccio; in fondo il mio dev'essere all'incirca simile, forse solo un po' più delicato.
    "Sì, sono rumena, ma non solo
    Rispondo poi alla rossa, cercando di non risultare fredda, ancora. Alla fine mi potrebbe anche stare simpatica.
     
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  4. .NoName.
     
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    :maximillian:
    Durante il lungo viaggio dall'aeroporto alle scuderie, nell'entroterra irlandese, ho tempo per ripassare la mia "parte". Nessuno dovrà mai venire a sapere del fatto che io sia... chi sono. Sono stato registrato come "Maximilian Wagner", semplice, facile da ricordare, insospettabile e d'ora in poi, non ho ancora stabilito per quanto, sarò semplicemente questo sconosciuto. Il mio compito sarà quello di curare il grande parco della proprietà e qualsiasi altra zona verde, in questo modo potrò studiare direttamente dal vivo il comportamento di molte piante, la reazione ai vari cambiamenti climatici e magari, chissà, con il tempo potrò anche ridefinire il piano paesaggistico della proprietà. Mentre vedo sfilare gli immensi campi verdi dal finestrino ringrazio mentalmente Constance per aver avuto quest'idea. Da 6 anni ormai siamo costretti a stare lontani per la maggior parte del tempo ma questo non ha mai causato problemi nel nostro rapporto, anzi, forse ha funzionato come un mastice a presa rapida per esso. L'ho lasciata la prima volta che era una ragazzina in piena adolescenza ed ora, quella che mi ha salutato all'aeroporto era una bellissima giovane donna. Ne sono fiero e sono certo che riuscirà a trovare una strada perfetta per lei pur rimanendo una principessa... a differenza mia. Secondo Levi, ho tradito la famiglia. Non che me lo abbia detto a parole, naturalmente, sappiamo perfettamente che una parola di troppo per persone importanti come noi sarebbe estremamente deleteria, ma gliel'ho letto in faccia, nella mimica del corpo, nel saluto freddo e distaccato. Dei tre è sempre stato il più rigido, fedele alle tradizioni, impostato 24/7 in modalità "principe ereditario" (mai visto un bambino serio quanto lo era lui... potrei giurarlo!) ma, d'altronde non posso biasimarlo. La nostra Nazione con tutte le responsabilità che ne derivano è destinata a stare sulle sue spalle e non sulle nostre, Levi deve essere così, il suo posto nel mondo è quello... e sono sicuro che anche lui, da reggente ancor più che ora, riuscirà a mostrarsi con tutte le sue virtù.
    Perso nei miei pensieri, mi accorgo solo quando ormai stiamo risalendo una collinetta che sono quasi arrivato. Si intravedono grandi edifici in pietra e legno, tipici dell'architettura irlandese, maneggi scoperti e tanto tanto verde di cui mi dovrò prendere cura da domani. Il tutto sembra nuovissimo e le informazioni datemi da Mrs. Smith confermano questa visione. L'anno scorso il college è stato dato interamente alle fiamme ed è stato dovuto ricostruire da capo con una quantità di denaro che, per delle persone del loro ceto, non riesco quasi a immaginare quanto possa essere da capogiro. Mi dispiace che sia accaduta una cosa simile, ancor più perchè la donna ha parlato di "possibile incendio doloso" e non riesco proprio a immaginare che interessi possa aver leso o a chi possa aver arrecato danni una scuderia che accoglie, indistintamente, ragazzi da tutto il mondo.
    Mi sento un pochino teso, ma ho avuto a che fare con questa sensazione tutta una vita, quindi so perfettamente come gestirla. Questa volta, a differenza dall'università sarò totalmente solo nella mia avventura, ma almeno non dovrò fare costantemente i conti con fotografi, paparazzi, ragazzine (e donne adulte...) strepitanti intenzionate a conoscere il principe. Stringo le mani tra loro e le poso sul paio di jeans scuri che indosso. Anch'essi sono un memento del mio cambio, almeno apparente, di status. In passato mi è capitato ben poche volte di indossarli, anche da bambino, ora invece dovrò farci i conti praticamente ogni giorno... dunque meglio iniziare da subito a fare pratica. L'auto accosta al margine di un piazzale che, immagino, possa essere considerato bello ampio e, dopo aver ringraziato, scendo per raccogliere le valige dal bagagliaio. Noto che un gruppetto misto di ragazzi e ragazze poco distanti mi sta osservando... la mia prima reazione è quella di assumere la postura militare che noi uomini abbiamo dovuto imparare a mantenere nelle occasioni sociali, tuttavia mi ricordo di chi sono ora e, con tutta la scioltezza di cui sono capace (Troppo rigido o troppo poco? Sembro ridicolo?), prendo i bagagli e decido di dirigermi verso di loro. Dopo l'iniziale curiosità, hanno tutti ripreso a parlare tra di loro, un po' come accadeva durante l'università, e così ho un attimo di tempo per pensare a come presentarmi in inglese "Formale o informale? Dico chi sono e cosa faccio o unicamente il mio nome? Buongiorno o un semplice 'ciao'?" Per un attimo mi si aggrotta la fronte per i pensieri, me ne accorgo e così la correggo, immediatamente, con un espressione serena ed un leggero sorriso. Faccio un breve respiro e poi, con il cuore gonfio d'ansia, esordisco con "Buon-...ciaooo, a tutti. Io sono Maximilian... - pausa -... Wagner... il giardiniere."
    Il cuore ora si sgonfia esattamente come farebbe un palloncino lasciato volare via senza chiuderlo (se potesse, sono certo che anche il mio cuore farebbe anche quel rumore fastidioso). Vorrei uccidermi. Credo sia stata la presentazione peggiore nella storia delle presentazioni. "Ma chi diavolo sarebbe incerto sul proprio cognome! E poi, 'il giardiniere' era necessario specificarlo? Non c'è nulla di male, ovvio, è la mia mansione, ma perchè sottolinearlo? Che caso umano sono..." Un bell'inizio non c'è che dire.
     
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  5. myricæ;
     
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    :alec:
    «Direi di sì» ribatto semplicemente con un mezzo sorriso. La ragazza nuova, Lydia afferma che Sigrid sia rumena, così faccio spallucce. Non sono bravo a riconoscere gli accenti o le nazionalità, ma francamente non ho neanche così voglia di impegnarmi a farlo.
    «Che origini hai?» Domando quindi, dopo che ha confermato il fatto di essere rumena "ma non solo". La risposta non mi interessa più di tanto, potrebbe essere irlandese, russa, gallese, scozzese oppure ucraina, ma almeno sono riuscito a mandare avanti la conversazione, dato che prima o poi dovremo bere insieme.
    Un ragazzo arriva qualche secondo dopo, esponendo una presentazione alquanto incerta: Non capisco se è dovuto all'imbarazzo iniziale di non conoscere nessuno o perchè forse è balbuziente.
    Un lavoratore significa che ha più di vent'anni e questo significa che non sono più circondato da bambini.
    «Ciao amico» commento in tono amichevole, ignorando la sua espressione alquanto confusa. «Sono Alec!» Mi presento, allungando la mano destra in sua direzione. Speriamo che si dimostri più propenso a chiacchierare, le persone timide solitamente non mi vanno troppo a genio perchè hanno costantemente bisogno di essere spronate sotto ogni punto di vista.
    Meglio qualcuno che sappia fare conversazione senza vergognarsi di parlare.
    «Ansia del primo giorno?» Domando quindi, per cercare di smorzare la tensione e per farlo sentire meno in imbarazzo.
     
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  6. myricæ;
     
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    :makayla:
    Durante i miei viaggi in auto adoro tenere il finestrino accanto a me aperto: Sentire l'aria scompigliarmi i capelli e solleticarmi il viso rimane una delle cose più belle di sempre, e questa volta non fa eccezione. Il taxi imbuca una stradina ghiaiata che però mi costringe a chiudere i finestrini a causa della polvere. Tossisco leggermente, decisamente poco contenta della cosa, mentre il tassista avanza lentamente, probabilmente per non sporcare il suo amatissimo taxi.
    Sospiro, aspettando con ansia la fine di tutta quella ghiaia e anche di quella polvere. La vettura procede a passo d'uomo per diversi chilometri prima che un enorme cancello nero in ferro battuto compaia davanti a noi: "Ballynamire Equestrian Stable" è inciso in grande, a caratteri cubitali, sulla parte alta del cancello. D'impatto, senza dubbio, ma ci serve molto di più per impressionare la sottoscritta.
    Mentre il taxi entra un altro si prepara ad uscire, passandoci accanto. Una marmaglia di ragazzi e di ragazze si è radunata al centro del piazzale: Sono tutti armati di valigie, chi più e chi meno. Io ne ho decisamente troppe. Alcune accanto a me, sul retro del taxi e altre nel baule.
    Altre ancora arriveranno nei prossimi giorni, anche se mi sono ripromessa di andare a fare shopping nei paesi vicini, giusto per rinnovare un po' il guardaroba. Allungo immediatamente due banconote al tassista, che non è stato decisamente economico, mentre l'uomo scende per scaricare le mie cose.
    Mi sembra il minimo, commento mentalmente aprendo lo sportello e trascinando fuori una borsa enorme e un trolley. L'uomo, dalla figura grassoccia posa accanto a me le rimanenti tre valige, che, in un modo o nell'altro riesco ad afferrare per trascinarle via. Chiude scocciato la portiera dalla quale sono scesa e sale in macchina, svanendo in una nuvola di fumo, come la precedente vettura. Lo osservo andare via, per poi avvicinarmi al resto degli studenti, nonostante sia parecchio tentata di ignorarli.
    «Buongiorno a tutti» saluto quindi, forzando un sorriso. Non posso sembrare antipatico dopo i primi cinque minuti.
     
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  7. Winki
     
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    :sigrid:
    Alec risponde affermativamente alla rossa, che a quanto pare si chiama Lydia.
    "Che origini hai?"
    Chiede poi, alquanto indifferente sulla risposta che darò. Penso che posticiperò la nostra bevuta. Prima mi ambienterò un po' qua e poi tornerò a catturare l'attenzione del moro, che per ora non sembra in vena di ricevere troppe informazioni o chiacchierare tanto.
    "Russe, bulgare e italiane"
    Affermo senza troppo entusiasmo, vedendo che poi il ragazzo rivolge l'attenzione al nuovo arrivato, un ragazzo altrettanto affascinante che sembra però un po' timido e ansioso; certamente non il mio tipo.
    "Buon-...ciaooo, a tutti. Io sono Maximilian...... Wagner... il giardiniere."
    Si presenta indeciso, e io gli lancio un sorriso tranquillo, non freddo perché penso abbia bisogno di un po' di incoraggiamento. Alec cambia completamente atteggiamento, e gli porge la mano con un sorriso, presentandosi a sua volta. Non riesco a capire quale sia la sua vera faccia. E' decisamente un tipo particolare, e questo mi attira, ma penso che qualsiasi cosa io voglia da lui che vada a mio favore dovrò sudarmela; è sicuramente uno difficile.
    Arriva poi un'altra ragazza, che ci saluta a forza. Penso che se la signora Smith non si decide a fare il suo discorso me ne andrò alla mia camera.
     
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  8. .NoName.
     
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    :maximillian:
    Il primo a rispondere al mio impareggiabile saluto è un ragazzo che, a primo acchito sembrerebbe avere all'incirca la mia età. Occhi cerulei, capelli neri e dei lineamenti che la maggior parte delle ragazze e, sono sicuro, anche molti ragazzi, trovano particolarmente attraenti. Dal mio canto, posso invece dire di non essere interessato agli uomini, dunque il suo bell'aspetto non mi trasmette alcuna sensazione particolare, a differenza del sorriso sornione che mi aiuta a placare un attimo i miei nervi tesi come corde di violino. Una sorta di "Hai fatto una figura tremenda, ma posso ancora rivolgerti la parola". "Ciao amico, sono Alec!" dice tendendomi una mano in segno di saluto. Gliela stringo con una morsa salda e forte poichè, sin da piccolo, mi hanno insegnato che questo denoti sicurezza e fermezza... e, insomma, io in questo momento ho un estremo bisogno di dimostrarmi dotato di spina dorsale e di darmi un tono. Nonostante l'apparenza un tantino aggressiva - potrebbe essere un perfetto motociclista solitario anni '60 con chiodo ed enormi occhiali da sole - sembra essere un tipo amichevole "Ansia del primo giorno?" continua, infatti, poi con fare tranquillo. "Se sapessi la verità, capiresti quanto siano vere le parole che hai detto... Alec." Gli faccio un sorriso mesto, ma con gli occhi brillanti di ironia per fargli comprendere che, a discapito della presentazione incerta, non sono una persona timida. Anche perchè un principe non ha molto tempo e spazio per essere timido. "Da primissimo giorno, direi! Comunque, devo convenire con la tua affermazione. Non pensavo ne avrei avuto ma, a quanto pare, mi sbagliavo."
    Dopo poco, arriva nel piazzale anche un'altra auto dalla quale scende una brunetta alta e con un fisico di cui, gli abiti che indossa, sottolineano le curve abbondanti e le forme perfette. La ragazza, con al seguito un esercito semovente di trolley e bagagli di varia forma ed entità, si avvicina al nostro gruppo e ci rivolge un sorriso estremamente che, tuttavia, tenta di rendere il più naturale possibile. "Buongiorno a tutti" dice poi. In un moto di galanteria - e di testosterone (suvvia, principe o no, ragazzo tranquillo o meno mi è impossibile restare del tutto impassibile davanti ad una così graziosa giovane donna) - mi avvicino per proporle un aiuto, anche considerata la notevole quantità di valigie che la circondano. "Permetti un aiuto...?" dico tendendo una mano in direzione di una valigia qualsiasi "Io sono Maximilian." continuo con un lieve sorriso di incoraggiamento sul viso. Poi mi giro nuovamente verso Alec, più preso da un'altra ragazza anch'essa indubbiamente bella, che dal resto. "Sicuramente dev'essere uno dei precedenti allievi del College, considerata la familiarità con cui posa gli occhi intorno" penso per poi, immediatamente, rivolgergli la domanda di conferma. "Mi hanno detto che l'anno scorso il College è stato distrutto dalle fiamme - tecnicamente un altro dei motivi per cui son qui - tu all'epoca ci studiavi già? Sembri piuttosto tranquillo."


    Edited by .NoName. - 31/7/2018, 05:08
     
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  9. myricæ;
     
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    :alec:
    «Russe, bulgare e italiane.» Alzo un sopracciglio, deve avere senza dubbio una lunga storia per avere tutte queste origini. Magari potrei usare questo argomento per conversare durante la nostra bevuta.
    «Da primissimo giorno, direi! Comunque, devo convenire con la tua affermazione. Non pensavo ne avrei avuto ma, a quanto pare, mi sbagliavo.» Accenno un sorriso amichevole: Non sono mai stata una persona particolarmente ansiosa, soprattutto in circostanze che non mi comunicano alcuna emozione - ad esempio questa -, quindi posso solo immaginare come si possa sentire.
    «Vedrai che nei prossimi giorni andrà meglio, è solo questione di ambientarsi.»
    Sorrido, ormai un gesto diventato automatico, mentre una ragazza dai capelli castano scuro si avvicina al gruppo con innumerevoli trolley. Mi limito a salutarla, per poi tornare a parlare con Max.
    «Mi hanno detto che l'anno scorso il College è stato distrutto dalle fiamme - tecnicamente un altro dei motivi per cui son qui - tu all'epoca ci studiavi già? Sembri piuttosto tranquillo.» Annuisco semplicemente. Non avevo avuto occasione - per mia fortuna - di stare molto a Ballynamire, ma qualche mese all'interno di questa struttura lo avevo passato anche io.
    «Ero qua da un po' di mesi, non ricordo quanti, ma di sicuro non più di un anno.» Ho bei ricordi di Ballynamire - in particolare di Beatrice, anche se non so che fine abbia fatto - nonostante odiassi questo posto.



    :makayla:
    «Permetti un aiuto...?» Alzo lo sguardo su un ragazzo dai capelli castani e dagli occhi chiari: Forse più vecchio di me di qualche anno. Non sembra per niente male, anche se il mio orgoglio mi impone di rimanere impassibile, soprattutto di fronte a tutte queste persone.
    La sua offerta è parecchio allettante perchè sto facendo davvero fatica - nonostante non lo dia a vedere - e una mano mi farebbe comodo, anche se la mia testardaggine mi dice di rifiutare l'aiuto e fare da sola. Sono tremendamente poco incline a mostrarmi in difficoltà, in ogni situazione, anche in una banale come questa.
    Si presenta, subito dopo con il nome di Maximilian. Non te l'ho chiesto! Penso involontariamente cercando di non togliermi il sorriso dalle labbra. Non sarebbe carino dopotutto, mostrarsi scontrose fin dal primo giorno.
    «Certo!» Annuisco infine, allungandogli un paio di borse. «Sono Pamela» concludo, allungando la mano destra nella sua direzione in segno di formalità. Non sono mai stata troppo attenta all'etichetta, ma davanti a così tante persone devo dare un'immagine più genuina possibile.
    Appoggio un paio delle borse che mi sono rimaste a terra, sistemando le valige e i trolley. Voglio andarmene il prima possibile, quindi aspetterò che qualcuno inizi a fare conversazione per sgattaiolare via il prima possibile, senza dare troppo nell'occhio.
     
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  10. .NoName.
     
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    :maximillian:
    Mi sembra strano trovarmi in una situazione così, poter stare in mezzo a ragazzi e ragazze suppergiù della mia età senza che nessuno di loro cerchi di avvicinarmi con fini maliziosi o opportunistici e, soprattutto, senza che alcuno mostri deferenza nei miei confronti. Alec sembra genuinamente simpatico e socievole, un po' il belloccio da film (...Diciamo che la summa del tutto potrebbe essere Fonzie di "Happy Days"... un po' meno anni '80, però) per cui tutte le ragazze - Compresa mia sorella, decisamente poco principesca in questo ambito - sbaverebbero. Su di me, al momento, sortisce un effetto benefico, trasmettendomi tranquillità dunque qualunque sia la vera identità che si porta dietro gli sono grato. «Vedrai che nei prossimi giorni andrà meglio, è solo questione di ambientarsi.» mi dice mentre mi avvicino alla moretta che ancora arranca tra i bagagli "Mi chiedo cosa infilino le donne nelle valigie... lei, in particolare, sembra avere tutto il nostro palazzo cittadino stipato in un rettangolo alto 85 cm. Un possibile buco nero, insomma." "La penso come te Alec, son sicuro che il lavoro mi terrà occupato e mi permetterà di conoscere al meglio questo ambiente. Immagino ci saranno anche eventi mondani di qualche genere: cene, feste... Così avrò anche modo di conoscere più persone ambito in cui, sicuramente, il mio lavoro non aiuta." Nel mentre la ragazza che ostenta un sorriso forzato che, purtroppo, ben conosco, sta cercando di mascherare - Le devo riconoscere una certa abilità nel mostrarsi serena e quasi per nulla seccata dalle ruote delle valigie che incontrano non poche difficoltà nel superare le leggere divergenze tra le lastre di pietra del piazzale - la fatica con un'espressione al metà tra il forzatamente-felice e il disinteressato. Alla fine, tuttavia, cede e mi allunga due grossi borsoni e uno zaino presentandosi con un asciutto «Sono Pamela» "Lieto di conoscerti" rispondo sistemando nel modo meno rigido e più naturale possibile lo zaino e un borsone sulle spalle e l'altro borsone a tracolla. «Ero qua da un po' di mesi, non ricordo quanti, ma di sicuro non più di un anno.» dice Alec rispondendo alla mia domanda e così, avendo adempiuto al mio compito, torno a far focus sul discorso con lui. "Capisco, quindi abbastanza tempo da farti un'idea del posto ma non abbastanza da affezionartici fino in fondo." Sinceramente, se così fosse, non riuscirei a comprendere molto le sue sensazioni poichè mi sono sempre legato ai posti in cui ho vissuto... a prescindere dalle persone che vi ho incontrato. Mi è ancora difficile non pensare a lei e anche ora, nonostante la gentilezza che mi contraddistingue, non riesco in alcun modo a provare interesse per qualcuna. Un principe per un giocatore di calcio. Semplificandola così, togliendone le implicazioni, i sentimenti, le parti in ballo e tutto il resto... bhè, fa anche un po' ridere.
     
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