Sexy? Yeah

05/12/2016 - sera [conclusa]

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    «Meglio così» Sorrido, alle ragazze faccio sempre un certo effetto, che a loro piaccia o no. Inclina la testa di lato in un gesto tanto semplice quanto sexy, ogni secondo che passa rischio di perdere la testa.
    «Direi che ci siamo già rifatti» Risponde alla mia affermazione mentre si alza e si siede accanto a me, la guardo dubbioso, alzando un sopracciglio. Le nostre spalle si toccano a malapena ma mi basta questo per far correre un brivido lungo tutta la mia schiena. I ruoli si stanno invertendo e ora è lei a provocarmi e visto che la cosa inizia a piacermi, potrei non rispondere più delle mie azioni.
    Appoggia la testa sulla mia spalla “maledetta”, involontariamente inizio a giocare con una ciocca bionda, guardandola attentamente. Vorrei abbassarmi e baciarla, ma mi trattengo e mi limito ad appoggiare la testa sulla sua, guardando altrove. Non mi è mai capitato di comportarmi così con una ragazza, ora potrei saltarle addosso e portarmela in camera senza fare troppi complimenti eppure non ne ho voglia.
    «Principessa, stai giocando col fuoco...» lo penso ad alta voce, ma per quanto non voglia farle del male non voglio neanche allontanarla. Chiudo gli occhi mentre continuo a giocare coi suoi capelli, per la prima volta dopo tanti anni mi sento bene.
     
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  2. ~ Lãdy Reës's Pïecës ~
     
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    «Principessa, stai giocando col fuoco...» E' il suo commento mentre gioca con una ciocca dei miei capelli. «Mi piace giocare con il fuoco» ribatto subito, socchiudendo gli occhi.
    Detesto ammetterlo ma mi sento fin troppo bene in sua compagnia, nonostante pochi minuti fa non vedessi l'ora che togliesse il disturbo.
    Non mi sentivo così bene da quanto stavo con Jackson. Subito però scaccio questi pensieri dalla testa, non ha senso pensare al passato rovinandomi al presente, nonostante il suo ricordo sia ancora così vivido.
    Sospiro leggermente amareggiata, mentre sistemo il bacino leggermente più indietro così da essere un po' più alta e nascondere il viso nell'incavo del suo collo; porto invece la mano destra sul suo addome, graffiandolo leggermente, mentre chiudo gli occhi
    Siamo talmente vicini che può sentire il mio respiro caldo sulla pelle della sua gola.
    Non so come ma, questa situazione mi porta inevitabilmente a pensare alle calde coste della Florida. Un po' mi manca il clima caldo e afoso che c'era là, ma allo stesso tempo ho timore di tornarci.
    Riapro gli occhi, senza staccarmi da lui, mentre continuo a disegnare piccoli cerchi concentrici sul suo addome.
     
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    «Meglio così» lo dice con un tono che quasi mi irrita, data la sua noncuranza, non so bene il motivo ma avrei preferito sentire un accenno di entusiasmo nella sua voce.
    «Direi che ci siamo già rifatti» rimango un attimo disorientato dalla sua risposta, non capisco dove voglia arrivare. “Prima mi tratta a pesci in faccia e poi fa tutta la carina... donne”. Calanthia si alza, mostrandomi il suo corpo da urlo prima di spostarsi accanto a me, lasciando sfiorare le nostre spalle Mi sento in imbarazzo ma non posso fare a meno di osservare ogni suo centimetro di pelle. Il mio cuore ha un leggero sussulto prima di tornare a battere regolarmente, questa ragazza mi fa un effetto fin troppo strano, vorrei prendere e andarmene ma ogni fibra del mio corpo sembra trasformarsi in cemento.. Sono agitato e io non sono mai agitato, ma non posso mostrarmi debole, non di fronte a lei.
    Appoggia la testa sulla mia spalla e mi rendo conto, che quello che vuole è giocare col fuoco, niente di più. Decido di accontentarla, la guardo dritto negli occhi «Ehi, da quando abbiamo tutta questa confidenza?» le dico con un tono di voce il più sensuale possibile, mentre col dorso della mano le accarezzo il viso, fino a scendere sul collo e poi sulla scapola. “Bene principessa, sappi che scottarsi non è poi tanto divertente
     
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  4. ~ Lãdy Reës's Pïecës ~
     
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    :calanthia:
    «Ehi, da quando abbiamo tutta questa confidenza?» La sua mano mi accarezza il viso per poi proseguire sul collo e sulla scapola, soffermandosi su quest'ultima. «Da quando tu me la concedi» rispondo con nonchalance godendomi completamente le sue attenzioni.
    Sono sempre stata una ragazza seria con i ragazzi, solare, gentile e abbastanza amichevole, ma da quando lui è morto, giocare con le persone è diventato il mio passatempo preferito.
    E' inevitabile che lui sia nei miei pensieri anche quando non voglio che sia così o quando sono con un altro ragazzo. Ci ho messo mesi ad accettare che quello che lui avrebbe voluto da me era semplicemente che mi godessi la vita.
    «Raccontami un po' di te» lo sprono, per cercare di distrarmi. Non mi piace parlare troppo di me stessa, ma, al contrario, amo ascoltare quello che la gente ha da dirmi sul proprio conto.
    Insomma, non credo che possa aver avuto un passato macabro quando il mio e se invece così è stato, nulla gli impedisce di inventarsi la storiella più felice della sua vita per evitare di raccontarmi tutti i tragici eventi che hanno costellato la sua vita.
    Muovo la mano lungo il suo torace, graffiandolo leggermente con le unghie, per poi sospirare e chiudere nuovamente gli occhi.
     
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    «Da quando tu me la concedi» Sorrido, continuando ad accarezzarla, è la prima volta che incontro una ragazza in grado di tenermi testa, di solito ci vuole molto meno per farle cadere ai miei piedi. Non ho mai avuto molte pretese dalle donne, mi sono sempre accontentato di un bel visino, un bel fondoschiena e ovviamente di una certa disponibilità, ma mi sto rendendo conto che a volte dover sudare per avere qualcosa può anche essere divertente.
    «Raccontami un po' di te» mi graffia il torace con la mano, chiudendo gli occhi, come se si aspettasse una qualche storiella divertente sulla mia vita, sui miei genitori, sulla mia prima ragazza o cose del genere.
    Stringo i pugni mentre le immagini della mia vita iniziano a scorrermi davanti agli occhi come un film, uno di quelli che non vorresti mai rivedere. "Da dove potrei iniziare? Dalla sorella suicida, dalla madre puttana, dalla droga o dagli incidenti vari?" La guardo mentre con gli occhi chiusi continua a graffiarmi il petto, potrei raccontarle una palla tanto per farla felice o più semplicemente potrei raccontarle la verità, giusto per farle capire che la vita non è solo rosa e fiori, non per tutti.
    Un sentimento di rabbia comincia a montarmi nel petto, sono arrabbiato con lei per avermi posto quella domanda e soprattutto con me per essermi mostrato così debole alla persona sbagliata. Volto la testa dall'altra parte e sospiro, so che non ha senso arrabbiarmi con lei, non può nemmeno immaginare cosa sia stato quello schifo che chiamo vita ed è normale che sia curiosa.
    Cerco di impormi una certa calma «Niente» le rispondo in modo troppo brusco, stringendo i pugni ancora di più «Non c'è assolutamente niente da dire»
     
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    :calanthia:
    «Niente. Non c'è assolutamente niente da dire» La mia domanda non sembra entusiasmarlo molto, così sospiro, lievemente confortata dal fatto che anche la sua vita non è stata del tutto perfetta.
    La mia lo era, anche solo per un breve periodo. Il suo respiro si fa leggermente più pesante e il cuore accelera, chiaro segno che la domanda lo ha urtato più del previsto.
    Non so più cosa dire, non è mai stato il mio forte trovare argomenti di conversazione, così rimango in silenzio, appoggiata su di lui.
    Il piano di conversare è fallito miseramente, e, per evitare hche Kylan mi ponga la stessa domanda che pochi secondi prima gli avevo posto io, mi alzo.
    Guardandolo dall'alto, e lasciandogli una buona visuale del mio fisico, lo scavalco con la gamba destra, tenendo la sinistra ferma. Piego leggermente le ginocchia, appoggiando le mani sulle sue spalle fino ad allacciare gli arti inferiori attorno al suo corpo.
    «Cosa dicevamo delle confidenze?» Domando portando le mani dietro al suo collo, guardandolo con un'espressione curiosa. «Non ti dispiace, vero?» Domando con un mezzo sorriso.



    La posizione la pensavo così, solo che non si stanno abbracciando ahaha
     
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    La domanda mi ha infastidito parecchio, non voglio che sappia nulla della mia vita e penso che l'abbia capito. Potrei porgerle la stessa domanda ma non ho voglia di subirmi un monologo su quanto sia stata perfetta la sua esistenza.
    Passa qualche secondo di silenzio prima che la biondina si alzi, per un attimo la guardo confuso, senza capire dove voglia andare a parare, ma subito sposto lo sguardo sul suo corpo perfetto, godendomi ampiamente la visuale. Quando cinge la mia vita con le sue gambe e mi poggia le mani sulle spalle il sangue smette di affluirmi al cervello, migrando verso zone ben più basse.
    La guardo con un sorriso più che malizioso mentre appoggio le mani sui suoi fianchi, constatando che la sua pelle è molto più morbida di quanto avessi immaginato. «Cosa dicevamo delle confidenze?» mi chiede mentre porta le mani dietro il mio collo, facendomi salire un brivido lungo tutta la schiena. «Non ti dispiace, vero?» la domanda mi giunge come una provocazione e in tutta risposta mi avvicino al suo volto, lasciando poco più di un centimetro di distanza tra le nostre labbra, mentre spingo le mani verso il basso, premendole il bacino contro al mio.
    «Non vedo perché dovrebbe» le sussurro nel modo più sensuale possibile, cercando di non lasciar trapelare nemmeno un briciolo di agitazione, o di eccitazione, dalle mie parole.
     
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  8. ~ Lãdy Reës's Pïecës ~
     
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    «Non lo so» rispondo alla sua domanda – più indiretta che altro – mentre la sua presa si fa più forte sui miei fianchi e mi costringe ad avvicinare il bacino al suo. Sorrido maliziosa: «Mi stai provocando, Kylan?» Domando a bassa voce, mentre nascondo la testa nell'incavo del collo, stuzzicandolo leggermente con le labbra.
    Dovrebbe saperlo ormai che contraccambio sempre una provocazione, di qualunque genere. Muovo lentamente la testa, strofinando il volto contro la sua pelle, per poi schiudere le labbra e avvicinarle al suo collo. Lascio una lunga scia di baci prima in orizzontale e poi in verticale, raggiungendo la clavicola.
    I mille pensieri che fino a pochi secondi prima erano nella mia testa, si sono improvvisamente dissolti. Aumento la presa contro il suo bacino, avvicinandomi ancora di più a lui – nonostante fossimo già appiccicati – stuzzicandolo sempre sul petto, disegnano come facevo in precedenza piccoli cerchi concentrici.
    Quando mi ritengo soddisfatta, raddrizzo leggermente la schiena, così da poterlo guardare negli occhi, facendogli un mezzo sorrisetto vittorioso.

     
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