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winterspell.
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Potrei dire la stessa cosa, ribatte, sicuro di sé e della riuscita del suo corteggiamento, se così si può definire. Io rispondo semplicemente facendo spallucce, tenendo sempre le braccia incrociate. Siamo entrambi troppo ostinati, con la differenza che lui è pompato di autostima. Chissà per quando andrà avanti.
Oh, posso assicurarti che non c'è proprio nulla di piccolo qui. Si avvicina. Oltre al commento disgustoso, il fatto che si avvicini a me, con la sua stazza, mi fa sentire molto più piccola di lui. Anzi, se vuoi posso anche dimostrartelo. aggiunge, come se non bastasse. Ad ogni frase che pronuncia diventa sempre più diretto. Non so subito cosa rispondergli. Mi guardo in giro, sperando che non ci sia nessuno ad osservare o origliare, ma a quanto pare siamo soli, per fortuna. Sarebbe la scena più imbarazzante della mia vita probabilmente. Dopo aver fatto l'indifferente per qualche attimo, torno a fissarlo negli occhi senza timore. Credi di essere l'unico al mondo a poter affermarlo?, dico, cercando di sminuirlo in qualche maniera, anche se mi aspetto che continuerà ad elogiarsi per apparire un'occasione da non perdere. Ma proprio no. Ci sono un sacco di ragazzi più affascinanti là fuori. Non sei mica l'ultimo uomo rimasto al mondo. continuo. Vediamo se si sente ancora unico e speciale, il signorino.
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«Credi di essere l'unico al mondo a poter affermarlo?» mi domanda lei, che però non scalfisce neppure un po' il mio ego. Insomma, la sua risposta è stata parecchio debole, se confrontata con la mia.
«Non sei mica l'ultimo uomo rimasto al mondo.» aggiunge poi, tentando di rifarsi, senza però successo.
«L'unico modo per vedere che io non menta è quello di seguirmi nella mia stanza, temo» replico, con il mio solito sorriso strafottente. Non credo riuscirò così facilmente nel mio intento visto il suo carattere, ma devo proprio ammettere di essere colpito dalla sua voglia di ribattere. Ad ogni modo, non cedo rimarrò qui nell'atrio ancora per molto, la curiosità sta prendendo possesso di me, devo assolutamente vedere dove Suzanne mi vuole far alloggiare.
Mio padre, tanto, starà nell'ala privata dove vive la sua "fidanzata", abbastanza distante da qui. Dalle foto che mi ha mandato prima direi essere grande quasi come una villa, quindi non credo lui starà troppo scomodo. Anche il giardino privato non è poi tanto male, da quanto ho capito. E poi ci sono io, costretto a condividere quest'ala con non si sa quanti studenti, ammassati in stanze poco confortevoli, immagino.
Se non ci fosse in ballo l'eredità non sarei di certo qui in questo momento.. -
winterspell.
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L'unico modo per vedere che io non menta è quello di seguirmi nella mia stanza, temo. Lo guardo incuriosita, e gli rivolgo un sorriso serafico. Non ho bisogno di andare nella tua camera per capire che sei un cretino, si vede anche da fuori, non preoccuparti. Detto ciò, gli batto due volte una mano sulla spalla, come per dispiacere, ovviamente ironico. Non credo di voler provare più a farlo desistere, preferisco prenderlo in giro e divertirmi piuttosto. Sinceramente, non sono del tutto sicura che tutto ciò che dica passi davvero dal suo cervello, ammesso che ne abbia uno. Potrebbe anche essere una presa in giro, ma dopo due secondi di riflessione, capisco che una presa in giro sarebbe troppo per la sua scatola cranica riempita d'acqua e soldi. E di orribili borse marcate.
Incrocio di nuovo le braccia tra loro sul petto, ma più rilassata, aspettando una risposta o una reazione. Sembra aver fretta di salire nella sua camera comunque. Beh io di certo non glielo impedisco, ma dovrà andarci senza di me. Non vorrei rischiare di essere stuprata, possibilmente. Magari capire il numero della sua stanza però sarebbe utile per evitarlo al 100%. Non si sa mai, sicurezza personale.
Passo una mano tra i capelli e giochicchio con i ciuffi laterali alla frangetta sfilzata, pettinandoli con le dita, ma continuando a guardarlo negli occhi. Normalmente dovrebbe essere un atteggiamento nervoso, ma lo faccio con nonchalance, giusto per dare teatralità alla scena. Ormai non mi infastidisce più di tanto la sua presenza, dopo un po' ci si fa l'abitudine.
Edited by winterspell - 1/9/2016, 10:55. -
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«Non ho bisogno di andare nella tua camera per capire che sei un cretino, si vede anche da fuori, non preoccuparti.» commenta lei, prontamente, facendomi ridere. Bè, almeno sa come rispondere ad una provocazione, devo concederglielo. Non mi piace il suo atteggiamento, questo è chiaro, ma oramai mi sono prefissato che lei finirà a letto con me e quindi sarà così. Riuscirò a farla cadere ai miei piedi... ci riesco sempre. Visto che, però, non sembra intenzionata a salire in stanza con me ora, direi che mi toccherà rimandare quella parte ad un altro giorno. Con il mio borsone, decido quindi di incamminarmi per le scale, scuotendo la testa leggermente, divertito dall'incontro con questa ragazza. «Nel caso non ci vediamo nei prossimi giorni... bè, ti scrivo io» commento, perfettamente conscio che non mi abbia dato il suo numero, né che sembri intenzionata a farlo. Quello che non sa, però, è che mi basta prendere l'elenco dei numeri di Suzanne e copiare il suo. Insomma, è sempre così occupata con mio padre che non dovrei neppure chiedere, mi basterà soltanto prenderlo quando è fuori dall'appartamento con lui. Indubbiamente uno dei pochi vantaggi dell'essere il figliastro della proprietaria. «Buon pomeriggio, biondina» la congedo così, con un sorriso provocatorio sulle labbra, prima di iniziare a salire le scale..
Now I'm in town, break it down, thinking of making a new sound08/08/2016 - primo pomeriggio [conclusa] |
